Di Paride Travaglini tratto dal nostro settimanale diocesano
MONTEPRANDONE – Torna a splendere la chiesa del Sacro Cuore di Centobuchi, la chiesa storica della frazione ampliata nel 1943 finita nel 1957 e consacrata il 20/03/1960 poiché la popolazione cresceva di anno in anno.
Dopo alcuni ritocchi all’esterno effettuati nel mese di luglio, a fine febbraio è iniziato il restyling dell’interno.
Lavori mirati effettuati grazie alla collaborazione di tanti volontari che ne hanno completamente mutato l’aspetto, migliorandola sia sotto il profilo estetico che funzionale dal punto di vista liturgico.
Spostate la fonte battesimale e la sede riposizionate rispettivamente davanti e dietro l’altare.
Restituito alla comunità anche il vecchio tabernacolo in marmo ed onice del 1957 ritrovato all’interno della torre campanaria che testimonia il gusto artistico di quegli anni che va a sostituire la realizzazione del 1972 e diventa il cuore pulsante della comunità parrocchiale.
Dunque la comunità del Sacro Cuore ha di nuovo la sua chiesa storica poco utilizzata dopo la costruzione della sala Giovanni Paolo II che seppur pur capiente è, e resta sempre una sala.
Colpisce la sua semplicità, l’essenzialità dell’arredo.
Diverse persone si sono commosse giovedì santo quando il parroco Don Alfonso Rosati ed il vice Don Matteo Calvaresi hanno riaperto i battenti poiché quella chiesa custodisce gelosamente i ricordi di tanti.
“ Abbiamo riconsegnato alla comunità di Centobuchi ed in particolare alla comunità parrocchiale del S. Cuore – afferma Don Alfonso – la sua chiesa – valorizzando al meglio tutto ciò che c’era e recuperando pezzi abbandonati qua e là nel corso degli anni.
Abbiamo ridato lustro alle ‘suppellettili’ già esistenti rimettendole in luce, restituendo loro valore e significato. Sono pezzi che pur avendo i loro anni, hanno acquisito nel tempo la loro importanza e sono diventati anche di riferimento per tanti
C’erano lavori che andavano fatti anche per evitare successivamente spese di gran lunga superiori.
Un grazie ai tanti parrocchiani che hanno regalato parecchie ore del loro tempo , ed alla generosità di diverse ditte che hanno donato i vari materiali
Durante la posa del tabernacolo si è visto poi l’entusiasmo, l’orgoglio ed il senso di appartenenza come in una grande famiglia.
È stato veramente uno dei momenti più belli ed emozionanti”