Tempi duri per i sondaggisti. Anzi, durissimi. Questa volta gli elettori italiani hanno tirato un bruttissimo scherzo. Hanno mischiato così bene le carte (e le intenzioni di voto) da spiazzarli totalmente. Nessuno, stando alle cronache politiche della vigilia, ci ha preso. Un bel maramao e oplà tutti sul carro di Matteo Renzi. Che forse, come tutti, sarà rimasto sorpreso. Sorpreso e felice lui. Sorpreso e depresso, invece, Grillo.
E pensare che alla vigilia del voto persino Matteo, il grande ottimista, si era lasciato andare a una dichiarazione che sapeva di resa: “Resto al mio posto anche se non raggiungiamo il 30%”. E invece, ecco servito il 40%.
I sondaggisti, in evidente imbarazzo, hanno provato a spiegare il flop: “Noi, ingannati dal voto last minute”. Ma in tempi di internet, blog e socialnetwork, il voto last minute e una certa dose di infedeltà politica dovrà essere messa in conto. Mai come oggi il voto è mobile, dunque occorre affinare gli strumenti di ricerca, come in ogni disciplina sociale degna di questo nome.
Anche il tramonto del sondaggismo come strumento di lotta politica (ricordate il Berlusconi degli inizi?) è un segno dei tempi. I sondaggisti dovranno adeguarsi e rinnovarsi per non morire, ma tutti noi dovremo riconsiderare le coordinate interpretative. È la società liquida, bellezza…