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Alla riscoperta delle più importanti preghiere cristiane: “Sub tuum praesidium”

“Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta”.

Queste poche ma intense parole compongono la più antica preghiera con la quale i cristiani si sono rivolti alla Madonna. Essa infatti risale, secondo l’ormai unanime consenso degli studiosi, al III secolo.

Le parole sulle quali vogliamo concentrare subito la nostra attenzione sono “Santa Madre di Dio” (Theotóke nell’originale testo greco). Maria viene invocata come “Madre di Dio” ben prima che il Concilio di Nicea del 325 definisca il Figlio consustanziale al Padre e che il Concilio di Efeso sancisca dogmaticamente la sua divina maternità.

Insomma, questa preghiera smonta tutte le teorie di coloro che hanno parlato di una lenta divinizzazione di Gesù. No! Questa preghiera sta lì a dirci che sin dai tempi più antichi i cristiani hanno riconosciuto l’origine divina di Gesù.

Ma c’è un altro aspetto che emerge. E cioè i primi cristiani si rivolgevano a Maria, fiduciosi di ottenere da lei protezione e salvezza. La venerazione della Vergine dunque non è qualcosa di posticcio, ma è antico quanto il cristianesimo stesso.

Spostiamoci ora sulle ultime espressioni e in particolare sui termini “gloriosa” e “benedetta”. In greco troviamo “móne hagné” e “móne eulogeméne”. Che possiamo più precisamente tradurre come “sola santa” e “sola benedetta”.

Maria viene descritta come una creatura unica nel suo genere dal punto di vista della santità. È come se, diciamolo con molta prudenza, fosse adombrata quella verità di fede che sarà definitivamente proclamata solo molti secoli dopo e cioè l’Immacolata Concezione, verità di fede che appartiene al solo patrimonio dogmatico dei cattolici.

Si può dire dunque che questa preghiera ha dei veri e propri connotati apologetici!! Possiamo anche affermare che l’elemento mariologico è come la cartina di tornasole della cristologia: attraverso la verità su Maria, scorgiamo la verità su Gesù.

Veniamo ora all’aspetto esistenziale, sicuramente il più importante, che soggiace a questa preghiera. Possiamo immaginare, senza margine di errore, che queste parole vennero scritte in un contesto di persecuzione, forse sotto il terribile imperatore Decio.

L’orante cerca “rifugio” egli si trova nella “prova” e si rivolge alla Madre per scampare da ogni “pericolo”. In tutte queste espressioni possiamo appunto intuire una situazione di sofferenza e di martirio.

Nonostante il contesto sia cambiato, la preghiera conserva tutta la sua preziosità, ci si può rivolgere ancora oggi alla Vergine per invocare il suo aiuto e la sua protezione contro il male e contro il peccato.

Questi sentimenti hanno sicuramente contribuito alla realizzazione dell’immagine della Madonna della Misericordia, qulla rappresentazione che raffigura Maria che copre col suo mantello quanti si rivolgono a lei. Si veda il Polittico della Misericordia di Piero della Francesca

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Nicola Rosetti: