SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sono trascorsi 68 anni da quando, il 2 e 3 giugno 1946, si svolse il referendum istituzionale indetto a suffragio universale con il quale gli italiani e le italiane vennero chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese. Si usciva da una Guerra aspra che aveva finalmente portato alla caduta del regime fascista. Da 85 anni in Italia regnavano i Savoia, ma un fermento di ideali nuovi, quelli scaturiti della lotta di Liberazione, pervadeva la vita sociale e politica della Nazione. Spirava un vento nuovo, dunque, e il vento della democrazia portò oltre 12 milioni di uomini e donne a decidere che il futuro dell’Italia si sarebbe chiamato Repubblica.
Quel vento di novità rischia, dopo quasi 70 anni, di affievolirsi, e certo non sono di aiuto le correnti disgregatrici dell’Unità nazionale che spingono in direzione opposta. Così come, se pensiamo che nel 1946, grazie al suffragio universale, una delle maggiori conquiste fu il voto alle donne, non sono d’aiuto episodi di cronaca che raccontato di diritti calpestati delle donne in tutto il mondo. Solo per fare qualche esempio recente: il dramma delle ragazze nigeriane rapite da un gruppo di estremisti islamici, lo stupro e l’impiccagione di due adolescenti ‘dalit’ (senza casta) di 14 e 15 anni in un villaggio dell’India nord-orientale o i tanti, troppi femminicidi che vengono commessi in Italia.
Per questo da otto anni l’Amministrazione comunale sceglie di festeggiare il 2 giugno insieme ai ragazzi e alle ragazze, a coloro che per ovvi motivi possono trovare le ragioni di quanto accadde solo nelle parole dei protagonisti trasmesse dalla pubblicistica.
Ma quelle parole possono rivivere anche nei giovani che hanno scelto di dedicarsi allo studio del diritto come massima espressione del principio di legalità che è cardine della Costituzione della Repubblica. Il 2 giugno, alla Palazzina Azzurra, ai nostri ragazzi parlerà Barbara Malaisi, giovane ricercatrice di diritto costituzionale dell’Università di Macerata, per spiegare che i valori costituzionali non sono belle parole scritte per le “sacre tavole” ma costituiscono precise indicazioni su come dev’essere una società realmente aperta e democratica e come possano tradursi in azioni concrete per guidare il loro cammino.
Quella mattina si ripeterà il gesto simbolico, che in realtà rappresenta una chiamata alla responsabilità, della consegna ai ragazzi e alle ragazze di San Benedetto e del comprensorio che compiono 18 anni in questo 2014 di una copia della Costituzione. Che sia il testo di riferimento per ogni loro azione.
Mi sia concesso un ringraziamento non formale a tutte le Autorità civili e militari, ai colleghi Sindaci (in particolare ai neo eletti che per la prima volta celebrano insieme all’Amministrazione di San Benedetto questa festa) e ai cittadini che parteciperanno alla cerimonia: con loro rinnoveremo il patto che permise agli italiani, 68 anni fa, di realizzare un sogno e che deve aiutarci a recuperare l’entusiasmo di quell’epoca superando amarezze e delusioni di questo difficile momento storico.