Articolo del Presidente Provinciale Csi Antonio Benigni
Lo sport, incontra il Papa.
Lo sport sudato, mischiato alla polvere, alle divise rimediate, lo sport senza lustrini, lo sport fatto di urla solo perché non si è chiusa la porta dello spogliatoio uscendo per andare in campo, oppure perché si è lasciata aperto il rubinetto dell’acqua della doccia, e il Parroco si arrabbia per la bolletta troppo alta.
Lo sport fatto di pomeriggi domenicali o di sabato con i genitori che accompagnano i figli alla partita, ma stanno con le orecchie incollate alla radio per sentire “lo sport più importante”. Lo sport fatto di persone che durante la settimana lavorano una intera giornata poi corrono nei campetti ad allenare ragazzini scalpitanti in attesa di iniziare la loro partita.
E’ lo sport di base! E sabato 7 giugno a Roma a San Pietro in piazza davanti la Basilica, tutto lo sport, o almeno quello che non si è lasciato sfuggire l’occasione, incontrerà Papa Francesco. Dal nostro territorio saremo circa 300, tra pullman e auto, in tutta Italia Saremo più di 50 mila.
Ci chiedono: “Cosa accadrà esattamente sabato?”.
Semplicemente, il centro della giornata sarà un incontro, l’incontro con Papa Francesco. Tutti insieme vogliamo abbracciarlo. Vogliamo portare in piazza San Pietro il volto umano e la gioia dello sport. Vogliamo ascoltare le sue parole aprendo il cuore alla speranza. Vogliamo affidare a lui la nostra passione educativa. Vogliamo fargli festa e dirgli che facciamo il tifo per lui. Vogliamo incontrarlo con quella semplicità che ci ha insegnato. Ci saranno anche due cose importantissime che non si vedranno: il prima e il dopo.
Il prima avrà il sapore di una rinnovata umanità. Pensate al viaggiare delle società sportive: c’è chi si ritroverà in oratorio per una spaghettata e poi via sul pullman per tutta la notte, chi farà un treno speciale, chi é partito da Torino in bicicletta lunedì scorso. Quante amicizie nasceranno negli autogrill, nelle stazioni, tra le strade di Roma, in piazza in attesa del Papa. Il mondo di oggi ha bisogno di occasioni come queste in cui tutto diventa più vero, più umano e più bello. Il dopo ha a che fare con la speranza. L’incontro con Papa Francesco non si concluderà alle 18 in piazza San Pietro. Al contrario, inizierà da lì. Sarà come aver affidato il cuore a un caricabatterie educativo. Tornando a casa saremo diversi. Avremo dentro un’energia ed una voglia di testimoniare Gesù irrefrenabile. Per questo la prossima non sarà una stagione sportiva normale. Il nostro capitano, Papa Francesco, sarà lì a sostenerci su tutti i campi dei nostri oratori e dei nostri quartieri. E noi lo sentiremo sempre vicino, molto vicino.