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Quattro giovani italiani pronti a “sporcarsi” a fianco dei poveri

Di Daniele Rocchi

Giorgio di Egidio, 22 anni di Giulianova; Eugenia Capula, 23 anni di Sassari; Arianna Natalini, 23 anni di Iesi; Karen Sampo’, 25 anni di Savigliano (Cuneo). Sono questi i quattro giovani che prenderanno parte al progetto “In un altro mondo”, promosso dal Servizio nazionale per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, in collaborazione con Caritas italiana, e destinati a partire per il Kenya (Nairobi), India (Calcutta), Filippine (Manila) e per il Mozambico. I loro nomi sono usciti dal novero dei 20 finalisti che hanno preso parte nei giorni scorsi a Roma ad un camp di formazione appositamente organizzato.

Non un reality. “In un altro mondo” è un “contest” per avvicinare i giovani al mondo della Chiesa e al mondo delle missioni e dell’aiuto al prossimo in particolare, dichiara Matteo Calabresi, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica: “Cercavamo quattro giovani volontari tra i 22 e i 30 anni, ciascuno dei quali si sporcherà le mani per un mese offrendo il proprio aiuto e vivrà un’esperienza intensa in contesti poveri, fianco a fianco con i missionari. In questo si rinsalda un legame di convivenza e di vicinanza che fa sentire meglio chi si apre ed arricchisce immensamente anche noi”. Subito dopo il bando erano giunte al Servizio Cei promotore del progetto oltre 4.500 iscrizioni e 300 candidature complete. Una risposta importante, perché, aggiunge Calabresi “l’invito non era ad entrare nella casa del Grande Fratello, o a partecipare a qualche talent show. Non un reality ma una vera esperienza di vita in cui mettersi in gioco”. Tutti e venti i giovani ‘finalisti’ hanno mostrato “grande voglia di fare. Sono giovani entusiasti. Ci hanno colpito le loro motivazioni, nei video di presentazione, nei colloqui. Giovani dalla grande capacità comunicativa. Si sono raccontati con una foto o anche semplicemente con mezza riga scritta”. “I nostri ragazzi – spiega, infatti, il responsabile del Servizio – devono avere anche delle competenze di comunicazione, essere capaci con le nuove tecnologie di comunicare qualcosa a livello emotivo. Il loro compito è anche quello di fare dei piccoli reportage sui social network, raccontando la loro esperienza di vita e di volontariato in quelle opere che hanno ricevuto i fondi dell’8×1000”.

Entusiasti e motivati. Ma chi sono e dove andranno i quattro giovani prescelti dopo due giorni di ‘camp di formazione’ in cui hanno ascoltato relazioni riguardanti la dottrina sociale della Chiesa, la comunicazione interculturale, la globalizzazione, la comunicazione dal Sud del mondo? Innanzitutto le mete: i 4 giovani partiranno, tra la fine di luglio e i primi di agosto, diretti alla Casa della Provvidenza che accoglie bambine di strada a Calcutta in India, al centro Kivuli per i bambini degli slum di Nairobi gestito dall’associazione Amani in Kenya, alle diverse strutture di Medici con l’Africa Cuamm in Mozambico, alla Little Nazareth home per bambine a Manila, nelle Filippine. Giorgio di Egidio, al terzo anno di ingegneria energetica al Politecnico di Milano, sportivo, appassionato di violino e lettura, si metterà a disposizione dei piccoli di Nairobi. Eugenia Capula, appassionata di fotografia e montaggio video, laureata in lingue orientali alla Ca’ Foscari a Venezia, si dedicherà invece, alle bambine di strada di Calcutta. A Manila andrà Arianna Natalini, una laurea in servizi sociali e già coinvolta nel mondo del volontariato, mentre Karen Sampo’, educatrice di bambini da 0 a 3 anni, con esperienze di servizio civile in Brasile, vissuta in Africa quando ancora piccola, sarà in forza al Cuamm (Collegio universitario aspiranti e medici missionari) in Mozambico. Per loro l’appuntamento è fissato per i giorni 8 e 9 luglio per un secondo stage di formazione, questa volta sui Paesi di destinazione e per svolgere tutte le procedure necessarie prima della partenza, assicurazione, vaccinazioni e ultime nozioni sull’uso degli smartphone in dotazione. “Sarà un mese coinvolgente e denso di impegni – conclude convinto Calabresi – durante il quale potranno toccare con mano la carità in queste opere che hanno ricevuto i fondi della Chiesa cattolica e vivere così un’esperienza di vita diversa, più ricca di valori. Non credo che avranno molto tempo libero”. Per seguire i report dei giovani volontari basterà consultare il sitowww.inunaltromondo.it.

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