VILLA ROSA – Si è tenuta domenica 29 giugno una grande festa in onore del parroco della Chiesa di San Gabriele dell’Addolorata, Don Federico Pompei, per i suoi 40 anni di sacerdozio. A breve la fotogallery, l’articolo e il video della festa.
Pubblichiamo la lettera del presidente del consiglio pastorale Francesco Lucchetti.
“Carissimo don Federico,
è bello oggi ritrovarci in questa celebrazione Eucaristica e far festa per i tuoi 40 anni di sacerdozio. Abbiamo letto con interesse le tappe fondamentali della tua vita sacerdotale ed è vero sono 5 anni che sei a servizio della nostra comunità.
Ma è vero anche che non basta una vita per conoscersi a fondo e quando i rapporti sono sereni e limpidi è bello scoprire giorno per giorno piccole nuove sfumature delle persone che il Signore ha deciso di far camminare al nostro fianco.
A nome di tutti ringrazio il Signore per averci dato l’opportunità di averti come Parroco, come Guida, come Amico. Non voglio essere scontato, perché se c’è qualcosa che traspare della tua persona fin da subito è la tua schiettezza e la tua voglia di essere concreto. Quindi preferisco sottolineare solo alcuni punti, perchè è impossibile in poche righe racchiudere l’essenza di una persona.
Voglio iniziare dal coraggio.
Si don Federico, perché la scelta di abbandonare la parrocchia di Regina Pacis dopo 18 anni di servizio (…e non ti stanchi mai di ripeterlo) è stata davvero coraggiosa a parer nostro. Rimettersi in discussione e affrontare una nuova sfida in età matura non è sicuramente stata una scelta semplice. Anche perché non ti hanno proposto di andare in una parrocchia “facile”, ma di venire a servire la nostra comunità in cui le ferite del passato faticano a rimarginarsi.
Ma tu hai accettato e con serenità e positività hai affrontato giorno per giorno tutte le varie problematiche. Questo è un’altro punto da sottolineare, la tua voglia di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno!!!
L’ultimo punto che voglio sottolineare, è la tua capacità di adattamento.
Don Federico, quando sei arrivato nella nostra parrocchia, hai cambiato anche le tue abitudini di vita.
Per servire meglio la nostra comunità hai iniziato “non proprio a cucinare” ma a scaldarti qualche vivanda e a fare i piatti da solo quando capita.
Ricordo che con i ragazzi del gruppo giovani e alcuni volontari, 5 anni fa, ti abbiamo aiutato a sistemare la tua nuova abitazione, la canonica, non con mobili nuovi, ma con arredi usati che ti erano stati donati. Questo evidenzia un’altra sfumatura importante la tua semplicità’.
Le sfumature di cui ho parlato di don Federico, possono essere sintetizzate con una triade di virtù molto importante per noi cristiani: speranza, fede e carità.
Solo chi ama dà speranza al mondo! Cristo morto e risorto è diventato speranza del mondo, perché lo ha amato fino alla fine. Chiediamo a Dio di darti la forza di amare sempre più la tua comunità e di aiutarti a non far spegnere mai in noi la fiamma della speranza.
Chiediamo al Signore di rinnovarti sempre nello spirito, di essere sempre più paziente, più accogliente, più attento alle situazioni di fragilità, più vicino ai giovani, più presente sul campo del quotidiano faticoso delle famiglie.
Gesù ci ha insegnato che si può fare sempre di più.
La speranza che dobbiamo infondere tutti, ma in particolare voi sacerdoti, nel cuore degli uomini con la nostra testimonianza è che in Cristo è possibile amare il fratello, il prossimo, il nemico; è possibile accettare la sofferenza, portare con dignità le responsabilità della vita. Per dare speranza al mondo, bisogna convertirsi all’amore. Deus Caritas Est.
E perché la nostra testimonianza sia credibile ed efficace, dobbiamo cercare con tutte le forze di dirci con amore e per amore la verità, di comprendere i limiti, apprezzare gli sforzi. Voglio sottolinearlo comprendere i limiti, apprezzare gli sforzi.
Si perché noi dobbiamo farlo nei tuoi confronti e tu nei nostri. Come dici sempre tu “non esiste il prete modello” e non “esiste la comunità modello”.
Don Federico, vogliamo ringraziare il Signore per averti chiamato per nome 40 anni fa, e per aver illuminato le menti dei tuoi familiari, di tua mamma e di tuo padre, che ti hanno sempre sostenuto in questo cammino. E vogliamo ringraziarti per tutto quello che fai ogni giorno, per essere fedele a quel SI. Essere sacerdote e fare il prete è cosa difficile. Per quella tensione verso l’Alto, verso il Perfetto, verso l’Infinito che dovrebbe esserci nelle pieghe della sua vita: “Siate perfetti come è perfetto il padre mio che è nei cieli.
Buon 40° anniversario”.
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