Non sempre i ponti uniscono. In quella strana terra che sono i Balcani, dilaniati negli anni ’90 da una serie di guerre etniche, spesso i ponti diventano un simbolo di divisione, una barriera che traccia il confine fra due parti diverse di una stessa città. Succede a Mostar, dove croati e bosgnacchi vivono ognuno su una sponda diversa della Neretva; succede a Visegrad, dove il leggendario ponte cantato da Ivo Andric divenne tristemente simbolo delle mattanze di musulmani condotte dai paramilitari serbi; succede a Mitrovica, in Kosovo, dove il fiume Ibar separa il nord a maggioranza serba dal sud albanofono della città.
Qui qualcosa sembrava essersi mosso sul fronte dell’unione lo scorso 18 giugno, quando, un po’ a sorpresa, le barriere di sabbia messe dai serbi tre anni fa che bloccavano la circolazione dei veicoli sul ponte erano state rimosse per far spazio a un “parco della pace”, che sarebbe dovuto servire come simbolo per l’unione fra le due etnie. Un’iniziativa che ha però riattizzato nuove polemiche. Polemiche politiche, perché la smobilitazione delle barriere non è stata organizzata dal sindaco serbo di Mitrovica nord e le autorità di Pristina, dopo un primo plauso, hanno duramente contestato la creazione del parco. Polemiche della popolazione albanofona, che domenica è scesa per le strade a manifestare contro quella che è vista come una nuova barricata, benché più elegante di un muro di sabbia.
Nella protesta sono state bruciate quattro camionette della polizia e sono rimasti feriti 21 manifestanti e 13 poliziotti: vari appelli alla calma sono stati lanciati dal Kfor (forza di polizia Nato di stanza in Kosovo) dalla chiesa ortodossa serba e dalla presidente kosovara Atifete Jahjaga. Appelli che calmano soltanto in superficie gli animi delle due comunità, ancora troppo diffidenti l’una dell’altra, e che avrebbero bisogno di un dialogo vero (e non solo quello politico tra i due paesi che puntano entrambi ad entrare in Europa) per poter tornare a vedere quel ponte in maniera diversa da un piccolo ma invalicabile fiume di cemento.