Di Luisa Urbani
RIVIERA – Pubblichiamo la sedicesima intervista ai giovani che frequentano la notte in Riviera.
Ricordiamo che le interviste servono per raccontare uno spaccato del mondo giovanile della nostra Riviera e qualora non dovessero essere in linea con quanto insegnato dalla Chiesa riteniamo di doverle pubblicare per poter conoscere al meglio la “vigna” in cui sono chiamati a lavorare i nostri sacerdoti.
Questa settimana abbiamo intervistato Lorenzo De Angelis di San Benedetto del Tronto.
Leggi le prime quindici interviste.
– Le interviste ai giovani della notte di Luisa
– Continua la nostra inchiesta fra i giovani della notte, un’intervista forte e personale
– Terza intervista ai giovani della notte, da leggere per entrare in uno spaccato del mondo giovanile
– I giovani della notte e il rapporto con la fede, le interviste di Luisa
– I giovani della notte e il rapporto con la fede, ne parliamo con Bianca
– I giovani della notte e il rapporto con la fede, ne parliamo con Enrico
– I giovani della notte e il rapporto con la fede, ne parliamo con Matteo Cosenza
– I giovani della notte e il rapporto con la fede, ne parliamo con Dina Maria Laurenzi
– I giovani della notte e il rapporto con la fede, ne parliamo con Paolo
– I giovani della notte e il rapporto con la fede, ne parliamo con Matteo
– I giovani della notte, a tu per tu con Emidio Palestini
– I giovani della notte e il rapporto con la fede, a tu per tu con Gaia
– I giovani della notte e il rapporto con la fede, ne parliamo con Giulia Voltattorni
– I giovani della notte e il rapporto con la fede ne parliamo con Davide di Bonaventura
Quali sono i tuoi sogni?
Credo che come tutti i giovani uno dei sogni più grandi sia quello di riuscire a costruirsi una vita indipendente, ovvero, che tutto ciò che si ottiene sia frutto del proprio impegno, dedizione e lavoro. Il mio desiderio è cercare la mia “vocazione” nella vita, una ricerca che mi porti alla felicità e che, di conseguenza, renda felice chiunque sia accanto a me.
Che lavoro fai/ vorresti fare?
Ancora sono uno studente.
Fin da piccolo ho avuto la passione per la natura: essendo mio padre un giardiniere sono stato sempre in contatto con essa. Questo ha influito molto nella mia carriera universitaria: infatti ho scelto un percorso di studi che affronti il problema dell’ambiente, non dal punto ingegneristico bensì dal quello scientifico. Ancor più questo mio percorso è stato consolidato dalla scelta di frequentare una laurea magistrale che “mi formi” ulteriormente per affrontare questo problema, direi, abbastanza attuale.
Quindi, come si può ben capire, vorrei svolgere un lavoro che miri alla gestione dell’ambiente ed alla tutela delle risorse che ci vengono offerte.
Come vivi il fine settimana? Cosa fai di solito con gli amici?
Preferisco vivere un fine settimana tranquillo. Di solito mi piace molto andare in qualche pub dopo cena in compagnia, o trascorrere una semplice serata tra amici, un bel film o giochi da tavolo, oppure, se il tempo lo permette, fare una passeggiata. Non amo molto bere e non aspetto il fine settimana per andare a ballare. Quasi mai vado in discoteca o le volte in cui ci vado non amo stare li fino a tardi. Diciamo che preferisco “il giusto” per divertirmi con semplicità.
Per il tuo futuro, riguardo al matrimonio, come penserai di vivere le tappe che ti porteranno a questo importante momento della tua vita?
Molti giovani, che hanno questa vocazione, desiderano far si che il rapporto con il/la proprio/a compagno/a sia autentico e fondato su un amore vero. Io non nego di pensare molto spesso a questo grande passo ed ogni giorno vivo il mio rapporto con la mia ragazza, Giulia, con il desiderio di consolidarlo sempre più e di aggiungere ogni “un mattone”. Il matrimonio verrà da sé, nel senso, sarà un passo che vorrò compiere quando avrò le basi adatte e quando ne sarò consapevole. Il mio desiderio per ora è quello di crescere in questo legame, di “irrobustirmi” perché ritengo che il matrimonio non sia semplice o da prendere alla leggera (credente o non credente): si parla di legare la tua vita ad una persona per te importante ed unica, fare ogni giorno una scelta non più singola ma condivisa. Alla base di matrimonio forte deve essere un legame vero, autentico e consolidato.
E la fede come và? Credi in Cristo? Raccontaci degli episodi / esperienze personali che ti han portato a credere o meno
Si, credo in Cristo. Nel corso degli anni ho maturato sempre più la scelta di voler vivere questo cammino. Ho la fortuna di avere una famiglia credente e fin da piccolo, come la maggior parte delle persone, sono stato guidato in questo cammino. Crescendo sono diventato sempre più consapevole perché ho iniziato a vivere incontri, esperienze che hanno arricchito la mia fede. Quindi ogni momento che ho vissuto ha aggiunto un tassello alla mia vita di fede così come mi ha messo in difficoltà. Ho imparato che occorre accettare la difficoltà e viverla perché anche ciò che può “destabilizzarci” è un’occasione per crescere e divenire più saldi.
Posso dire che sia la mia parrocchia sia il mio cammino di ascolto della Parola con altri giovani ( miei compagni di vita ormai da tanto tempo) contribuiscono in modo significativo al mio “essere credente”.
Sono consapevole che la vita di tutti i giorni mi metta alla prova soprattutto essendo uno studente ed essendo a contatto con tanti amici che possono avere idee diverse da me.
Partecipi alla Messa? Motiva la tua risposta
Si, partecipo alla Messa domenicale e qualche volta anche durante la settimana, quando ne sento il bisogno. Nella corso della mia maturità ho imparato a scegliere ogni volta di andare a Messa. Ogni domenica, ogni volta è uno scegliere di vivere quell’incontro.
Hai altro da aggiungere riguardo il rapporto giovani-fede?
Sicuramente mi rendo conto che la maggior parte dei giovani ha perso questo legame con Dio e sono consapevole che purtroppo il motivo siano gli errori della Chiesa. Io non credo di essere bigotto e di non vedere gli sbagli e le tante cadute della Chiesa ma le esperienze e gli incontri che ho potuto vivere e che ho scelto di vivere mi portano sempre ad affidarmi al Signore.
Sebbene riconosca e sia consapevole di ciò non dico nemmeno di essere credente e non praticante perché sono molto attivo sia in parrocchia sia in diocesi e sono felice ogni volta che riesco ad offrire il mio tempo e le mie forze all’altro. Dopotutto essere credente vuol dire anche mettere a disposizione la propria vita e le proprie capacità per rendere un po’ più felice l’altro.
Potrò dire di essere felice di questa vita. Qualcuno forse pensa che la Chiesa sia opprimente, quasi come una “dittatura” (passatemi il termine) che ti impone qualcosa. Non credo in questo perché non ritengo di essere triste o scontento o oppresso per quello che la Chiesa di mi indica: dona ed offre dei segnali, delle linee guida da seguire. Spetta a ciascuno di noi scegliere di seguire ciò e non credo che tutte le persone non credenti siano escluse o allontanate. Sono loro che si allontanano. Il mio consiglio è avvicinarsi e parlare, non per criticare o accusare ma per confrontarsi.
Non voglio che trapeli dalle mia parole una critica: a volte è anche difficile poter esprimere a parole quanto si crede e si pensa. Non credo nemmeno di essere chissà quale credente forte e saldo perché mi sento piccolo, semplice, umile ma, soprattutto, sempre vacillante e in crescita.
Mi rendo conto che per il mio carattere, se avessi un confronto con un’altra persona, avrei difficoltà ad esprimere me stesso e quello in cui credo. E’ una cosa di cui sono consapevole e che voglio migliorare, anche se poi quello che non dico lo manifesto, spero, nelle mio mettermi a servizio dell’altro.
Posso dire in conclusione, anche nelle mie difficoltà di persona umana, di essere felice, davvero.
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