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Liberiamoci dalla mafiosità

Paola Senesi, referente regionale dell’associazione Libera, ha raccontato cos’è Libera e cosa fa nell’incontro presso il cortile dell’oratorio della SS. Annunziata a Porto d’Ascoli. L’incontro promosso dall’Azione Cattolica parrocchiale ha permesso di avere chiavi di lettura del nostro territorio anche attraverso l’esperienza di Libera, un’occasione per raccontare e conoscere persone, storie, impegni concreti. La Senesi ha raccontato la nascita di Libera quasi vent’anni, fa, l’anno prossimo ricorrerà infatti il ventennale, e ha sfatato due miti: la mafia non esiste solo al sud e Libera è un coordinamento di associazioni e non ha sue cooperative, ma accompagna e fa formazione e promozione di una cultura volta alla giustizia sociale. Le mafie non sono solo al sud, non solo perché anche al nord, come in Lombardia ci sono strutture organizzate di stampo mafiose, o nelle Marche ci sono teste di ponte della Camorra e della ‘ndrangheta, ma c’è una cultura della mafiosità da cambiare. Una cultura che ci riguarda tutti, dai piccoli gesti come non chiedere sempre lo scontrino, una raccomandazione magari per una pratica in un ufficio, da cui nessuno di noi è esente, a certi stili clientelari o di favoritismi di certe strutture, anche dentro la realtà della chiesa, o alla presenza nel territorio di realtà come il proliferare di slot, fino ai costi della corruzione negli appalti. La necessità quindi che il nostro popolo che appare stanco, con la memoria breve, poco attento riparta dalla Costituzione, perché se ognuno fa la propria parte a partire dalla dimensione etica, culturale si combattono le forme di mafiosità dei nostri comportamenti. Ripartire dall’idea che solo insieme si possono affrontare i problemi, perché insieme si può influire sulla politica che non sembra più rispondere ai bisogni dei cittadini.

Accanto a questa cultura c’è la lotta alle mafie che si fa con le leggi, c’è l’impegno vigile di Libera sui beni confiscati, sulle leggi e le campagne, c’è la memoria delle vittime innocenti di mafia, c’è l’impegno contro le forme di usura, come lo Sportello Legalità a Ascoli Piceno, c’è a possibilità di campi di lavoro sui terreni confiscati per gruppi giovani. Nelle Marche ci sono due realtà a Cupramontana e a  Isola del Piano. C’è l’impegno all’educare alla legalità democratica che si può proporre ai gruppi parrocchiali, alle scuole. E l’invito per la prossima Giornata della Memoria e dell’Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie, il 21 marzo, primo giorno di primavera, il simbolo della speranza che si rinnova, occasione di incontro con i familiari delle vittime  giornata della memoria. Ma soprattutto l’invito a percorsi da seguire insieme per costruire speranza: “Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici; la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci…” sono le parole di Rita Atria, Testimone di Giustizia, con cui Paola Senesi ha concluso l’interessante serata.

 

Monica Vallorani: