Articolo tratto dal nostro settimanale cartaceo e scritto dalla Direzione di “Quaderni di ricerca – Storia e arte nel territorio Ripano”
RIPATRANSONE – In occasione del quarto centenario della morte di San Camillo De Lellis, la famiglia camilliana ha voluto caratterizzare con una serie di iniziative spirituali quest’anno giubilare. Anche a Ripatransone è stata commemorata la figura di questo santo lunedì 14 Luglio, giorno in cui la chiesa fa memoria della sua nascita al cielo, con una celebrazione eucaristica presso il locale RSA, proprio per testimoniare la vicinanza ai malati, ai sofferenti ed agli operatori sanitari. La santa messa è stata presieduta dal Parroco Don Domenico Vitelli, presente anche come concelebrante Don Antonio Capriotti, parroco emerito ed ora ospite presso la struttura, ambedue coadiuvati dal viceparroco Don Gian Luca Rosati. Ricordando le virtù e l’esempio di umiltà di San Camillo si è vissuto un momento toccante ed intimo, essendo presenti oltre ai degenti con alcuni familiari anche il personale, le suore Teresiane e molti ex infermieri, tutti accomunati dallo spirito di servizio nella carità. Al termine della celebrazione, nell’antico chiostro dell’ex ospedale è seguito un momento culturale significativo non solo per la nostra città ma anche per la diocesi. È stato infatti presentato l’undicesimo numero dei “Quaderni di ricerca – Storia ed arte nel territorio Ripano”. Il Prof. Alberto Pulcini, direttore della collana e curatore di questo numero, ha intrattenuto i presenti descrivendo alcuni tratti della storia e spiritualità camilliana per poi passare al contenuto della pubblicazione. Si tratta infatti della copia anastatica di un libretto ottocentesco composto dal padre camilliano Stanislao Carcereri, sulla vita di Fratel Giacomo Giacopetti, laico professo dei Ministri degli Infermi. Questo giovane partì da Ripatransone agli inizi del Seicento, per studiare medicina a Roma ed operare come medico presso l’ospedale di Santo Spirito in Sassia dove conobbe di persona San Camillo De Lellis e dal cui esempio si lasciò catturare per seguirlo nella sua missione al fianco dei sofferenti. Durante la sua vita dimostrò uno zelo indefesso e prontezza senza eguali, tanto da perire anche lui colpito dalla peste presso l’ospedale Pammatone di Genova dove aveva ricoperto incarichi di rilievo e saputo riorganizzare la struttura in favore dei più bisognosi. Morto in concetto di santità viene ricordato dalla spiritualità camilliana come esempio luminoso, ma sinora era sconosciuto in diocesi sia per l’assenza nel paese natale di una discendenza, che per una non continua né pregnante presenza dei Ministri degli Infermi nel nostro territorio.
Il momento culturale si è poi concluso con la visita di una piccola mostra, allestita per l’occasione, di santini ed immaginette devozionali di San Camillo de Lellis e del suo ordine, facenti parte della collezione privata del Prof. Alberto Pulcini che ha anche saputo arricchire l’edizione del volume di un albo fotografico con curiosità logicamente inedite.
Questa riscoperta ha suscitato la viva ammirazione dei presenti nonché il plauso del Vescovo Mons. Carlo Bresciani il quale aveva voluto gentilmente aggiungere previamente alla pubblicazione, una sua personale introduzione auspicando che questa figura possa essere esemplare per tutta la comunità diocesana.