Quanto accade in Iraq, Siria, Gaza e in molti paesi africani “sono fatti che ci riguardano, per i quali occorre esortare i governi ad agire e i nostri vicini, in questo momento anche quelli di ombrellone, a comprendere la crudeltà di certi avvenimenti”, scuotendo un’“indifferenza che produce più morte delle guerre”. È quanto dichiara Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia, chiedendo “una grande riflessione” di fronte alle tragedie che si consumano a livello mondiale. “Popolazioni intere che fuggono, scontri fratricidi tra fazioni e religioni che colpiscono sempre più fasce di popolazione inermi. I bambini – osserva – sono usati come scudi umani, uccisi, violentati, messi in fosse comuni, utilizzati come soldati, per non parlare delle bambine spesso vendute e vittime di guerre che non hanno voluto”. “Alta – riconosce Iacomini – si è levata la voce di Papa Francesco, cui deve seguire quella di tutti i popoli della terra che non possono accettare i genocidi di bambini e famiglie intere sempre pensando a fatti lontani o derubricandoli a ‘luoghi dove ci si uccide da sempre’. Sono milioni i bambini colpiti dai conflitti. Milioni quelli costretti a fuggire, migliaia quelli che muoiono. In Iraq dopo la Siria assistiamo all’ennesimo disastro umanitario”. L’appello è quindi a una “richiesta di pace e l’Italia – conclude – ne sia capofila”.
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