MARTINSICURO – Giovedì 14 agosto, alle ore 19, presso la pista di pattinaggio situata nel parco “Tempo Libero”, Lungomare Europa, il Vescovo Carlo ha celebrato la Santa Messa per l’ANMI, Associazione Nazionale Marinai D’Italia.
Il Vescovo ha concelebrato con don Patrizio della parrocchia Sacro Cuore di Martinsicuro e don Marco della parrocchia Madre Teresa di Calcutta, sempre di Martinsicuro. Durante l’omelia Sua Eccellenza ha focalizzato la riflessione su due punti partendo da una prima domanda: come mai ci viene offerto il brano della Scrittura, nel quale Davide introduce l’Arca dell’Alleanza in Gerusalemme? In questo brano ci viene detto qualcosa della grandezza di Maria, del perché veneriamo Maria: l’Arca dell’Alleanza era un’arca di legno, che conteneva il tesoro più prezioso, la rivelazione di Dio al popolo di Israele e cioè le Tavole della Legge che Dio donò a Mosè sul monte Sinai. E’ un tesoro che richiama la presenza stessa di Dio. L’Arca non è che il simbolo e l’anticipazione di che cos’è la Madonna: l’Arca dell’Alleanza che ha contenuto in sé Gesù, la rivelazione perfetta di Dio, e l’ha introdotto nel mondo. Questa è la grandezza di Maria, ma non è l’opera più grande di Maria: il Vangelo dice che mentre Gesù parlava alle folle una donna alzò la voce e disse “Beato il grembo che ti ha portato” ma Gesù risponde “Beati piuttosto coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano“, quindi Maria è sì grande perché ha portato nel suo grembo Gesù, ma lo ha fatto perché ha ascoltato la Parola di Dio e poi l’ha osservata, l’ha messa in atto attraverso tutta la sua vita, questa è l’opera più grande di Maria. Mettendo in pratica la Parola del Signore che ascoltiamo, diventiamo coloro che la custodiscono dentro di sé come ha fatto la Madonna. Quando noi riceviamo i sacramenti con ricchezza spirituale, amore e disponibilità ad accogliere pienamente il Signore, diventiamo anche noi spiritualmente questa “arca” che accoglie Gesù, quindi la beatitudine di Maria è possibile anche per ciascuno di noi, se ascoltiamo e mettiamo in atto la strada che ci è indicata dal Vangelo. Non basta ascoltare la Parola di Dio se poi non la mettiamo in pratica. Noi siamo chiamati a portare Gesù nel mondo, se viviamo il cristianesimo chiusi, timorosi, nascosti, se ci vergogniamo di essere cristiani, noi non lo siamo; il cristianesimo va vissuto, ma non imposto con forme di violenza, non vuol dire invocare Dio per opprimere gli altri, ne siamo testimoni in questi giorni. La bestemmia più grande è quella di usare il nome di Dio per coprire la violenza nei confronti del più debole. Non possiamo tacere e chiudere gli occhi pensando e dicendo “tanto sono cose lontane da noi, non sono cose nostre”, in questo senso essere portatori di Dio nel mondo non può che essere il nostro modo di essere cristiani.
Dove ci porta tutto questo? Ci porta a dare una risposta alla domanda più importante della vita: che ne sarà di noi dopo la morte? San Paolo ai Corinzi scrive che “quando questo corpo mortale sarà rivestito di immortalità si compirà la parola della scrittura la morte è stata inghiottita nella vittoria“. Questo è il mistero che stiamo celebrando oggi nell’Assunta, la vita cristiana ci porta alla vita eterna perché noi crediamo che Gesù è risorto da morte e ha chiamato Maria, la madre, colei che l’ha portato in maniera totale nello spirito e nel corpo dentro di sé, a partecipare a questa vita eterna e a questo il Signore vuole portare ognuno di noi. Non tutto finisce con la morte corporale e per questo che ha senso ascoltare, osservare, inseguire il Signore e ha senso partecipare ai sacramenti, come per esempio diciamo per l’eucaristia: chi mangia questo pane, se lo mangia in maniera degna, vivrà in eterno.
Sua Eccellenza ha concluso con questa preghiera:”Carissimi viviamo questa fede, ma percorriamo questa strada, che ci è stata indicata, perché è la strada sicura indicata da Gesù per giungere a quella meta, la vita eterna, per far sì che tutto quanto di bene e di buono che nella nostra vita abbiamo costruito o abbiamo cercato di costruire non sia stato fatto invano e per poter partecipare alla gloria del paradiso“.
Il presidente dell’ANMI di Martinsicuro ha ringraziato le autorità civili, militari e religiorse che hanno partecipato a questa celebrazione facendo sì che la manifestazione riuscisse. Ha ringraziato in particolare il Vescovo Carlo:”Per aver celebrato la messa come hanno fatto i suoi predecessori, il Vescovo Chiaretti e il Vescovo Gestori, dando risalto e prestigio alla celebrazione che 32 anni fa venne chiamata Festa del Mare e che nel celebrare la Festa dell’Assunta, vuole ricordare quanti hanno sacrificato la vita sul mare nell’adempimento del loro lavoro. Infine un ultimo pensiero va ai marinai del Battaglione S.Marco: il Capo di Prima Classe Massimiliano Latorre e il Secondo Capo Salvatore Girone i quali dal 15 febbraio 2012 sono ancora bloccati in India, con la speranza che questa incresciosa situazione abbia una soluzione“.
Il vescovo, infine, ha benedetto la corona d’alloro che è stata imbarcata su un natatnte della Guardia Costiera per il successivo lancio in mare.