Sono questi, assieme a mille altri, i tormentoni delle estati italiane. Per riscoprirli basta intrufolarsi nel sottoscala oppure in garage, o guardare in fondo al cesto dei giornali della casa al mare. Sono i giornali lasciati di anno in anno per avvolgere le uova o per coprire mobili e pavimento al momento d’imbiancare l’alloggio.
2008, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013: stesse prime pagine, il milionesimo editoriale domenicale di Eugenio Scalfari, gli insegnanti sottopagati, la commemorazione della strage di Bologna e l’anniversario della morte di Elvis Presley, lo spread altalenante e le tirate d’orecchie della Bce per i conti pubblici che marciano male.
Le vacanze al mare della sorridente Antonella Clerici e quelle di Berlusconi, tra Sardegna e Arcore, con ventilata promessa di ridiscesa in campo. Ancora un presidente del Consiglio in fase di “bruciatura” politica, l’ultimo sbarco a Lampedusa, qualche minaccia di Putin verso l’Europa, un assessore regionale in manette, il tal artista pescato a evadere il fisco, in compagnia di qualche commerciante di una nota località montana.
Certo le novità non mancano: ad esempio in Vaticano il Papa è cambiato, anzi adesso ce ne sono due; Sarkozy ha lasciato il posto a Hollande, Lippi ha ceduto lo scettro a Prandelli e questi a Conte, nel calcio la Spagna ha vinto tutto e poi è cascata malamente, e ora il Paese sta passando dalla recessione alla ripresa. Al Bano minaccia un nuovo disco. L’attrice più pagata di Hollywood è diventata Sandra Bullock, e le carote costano 50 centesimi in più.
Tutto cambia, nulla cambia. I ricorsi storici c’entrano ben poco. La carta del giornale – oltre a svolgere la sua nobile funzione informativa – resta pur sempre buona per avvolgere le uova. E settembre è già dietro l’angolo.