Da Zenit di Salvatore Cernunzio
La mondanità spirituale che “annacqua” l’animo altrimenti ‘salato’ del cristiano è un rischio di cui Papa Francesco aveva già parlato. Anche all’Angelus di oggi, a costo di sembrare ripetitivo, il Pontefice punta il dito verso questa cattiva attitudine di chi si dice cristiano, ma poi non segue il piccolo gregge di Cristo bensì il più ampio branco del mondo.
Proprio su questo punto insiste San Paolo, nella liturgia di oggi: «Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio», scrive l’Apostolo ai cristiani di Roma.
Una raccomandazione che offre al Santo Padre lo spunto per osservare che, “in effetti, noi cristiani viviamo nel mondo, pienamente inseriti nella realtà sociale e culturale del nostro tempo, ed è giusto così”. Tuttavia, ciò comporta un rischio: diventare, cioè, “mondani”, far perdere di sapore quel sale che Gesù ci ha consegnato con il suo sacrificio d’amore. E dunque far sì che il cristiano si “annacqui” e “perda la carica di novità che gli viene dal Signore e dallo Spirito Santo”.
Ma questo non dovrebbe proprio accadere. Anzi, è proprio “triste” trovare cristiani “annacquati”, osserva Papa Francesco, “che sembrano il vino allungato, e non si sa se sono cristiani o mondani, come il vino allungato non si sa se è vino o acqua!”. Ed è triste pure “trovare cristiani che non sono più il sale della terra, e sappiamo che quando il sale perde il suo sapore, non serve più a niente. Il loro sale ha perso il sapore perché si sono consegnati allo spirito del mondo, cioè sono diventati mondani”.
Dovrebbe succedere invece il contrario, perché come diceva Paolo VI nella Evangelii nuntiandi: “Quando nei cristiani rimane viva la forza del Vangelo, essa può trasformare «i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita»”.
L’invito è quindi a porsi in netto contrasto con quanto predicato dal mondo, anche se ciò prevede una divergenza o addirittura uno scontro con le idee di chi sta al proprio fianco. L’esempio che Gesù ci ha lasciato è questo, afferma Bergoglio, ricordando il “punto cruciale” del Vangelo di Matteo, in cui Cristo annuncia ai dodici la sua Passione.
Un “momento critico”, osserva il Santo Padre, “in cui emerge il contrasto tra il modo di pensare di Gesù e quello dei discepoli”. Addirittura Pietro “si sente in dovere di rimproverare il Maestro, perché non può attribuire al Messia una fine così ignobile”. Ma Gesù “lo rimette in riga”, perché non pensa secondo Dio, ma secondo gli uomini e senza accorgersene fa la parte di satana, il tentatore”.
Ecco questo è il monito per ogni cristiano: “Pensare secondo Dio, non secondo gli uomini”. Per far ciò, “è necessario rinnovarsi continuamente attingendo la linfa dal Vangelo”, rimarca Francesco. Come? Anzitutto “leggendo e meditando il Vangelo ogni giorno, così che la parola di Gesù sia sempre presente nella nostra vita. Ricordatevi – raccomanda il Papa – vi aiuterà portare sempre il Vangelo con voi, un piccolo Vangelo, in tasca, nella borsa, e leggerne durante il giorno un passo. Ma sempre con il Vangelo, perché è portare la Parola di Gesù, e poterla leggere”.
Poi, prosegue, partecipare alla Messa domenicale, “dove incontriamo il Signore nella comunità, ascoltiamo la sua Parola e riceviamo l’Eucaristia che ci unisce a Lui e tra noi”. Infine, non sono meno importanti anche “giornate di ritiro e di esercizi spirituali”.
“Vangelo, Eucaristia, preghiera” sono dunque i tre doni del Signore attraverso cui – assicura Bergoglio – “possiamo conformarci non al mondo, ma a Cristo, e seguirlo sulla sua via”. La via, cioè, del “perdere la propria vita” nel senso di “donarla, offrirla per amore e nell’amore”, in modo da riceverla poi “nuovamente purificata, liberata dall’egoismo e dall’ipoteca della morte, piena di eternità”. In questo cammino, ci precede e ci accompagna la Vergine Maria.
Dopo la preghiera mariana, il Papa ricorda che oggi, in Italia, si celebra la Giornata per la custodia del creato, promossa dalla Conferenza Episcopale. Il tema di quest’anno – Educare alla custodia del creato, per la salute dei nostri paesi e delle nostre città – “è molto importante”, dice. E auspica che “si rafforzi l’impegno di tutti, istituzioni, associazioni e cittadini, affinché sia salvaguardata la vita e la salute delle persone anche rispettando l’ambiente e la natura”.
Un saluto particolare tra i fedeli presenti in piazza va poi ai partecipanti all’incontro dell’associazione benefica “Scholas Occurentes”, che beneficerà del ricavato della Partita interreligiosa della Pace, che si disputerà domani sera allo Stadio Olimpico di Roma, per finanziare il progetto “Un’alternativa di vita”. “Continuate nel vostro impegno con i bambini e con i giovani, lavorando nell’educazione, nello sport e nella cultura – esorta Bergoglio – E vi auguro una buona partita, domani, allo Stadio Olimpico!”.
Dopo i saluti ai pellegrini provenienti dall’Italia e da diversi Paesi e al folto gruppo dei Motociclisti, il Pontefice rivolge un affettuoso omaggio ai parlamentari cattolici, riuniti per il loro 5° incontro internazionale. A loro l’incoraggiamento a “vivere il delicato ruolo di rappresentanti del popolo in conformità ai valori evangelici”. A tutti invece la consueta richiesta: “Per favore, pregate per me. Vi auguro buona domenica e buon pranzo. Arrivederci”.
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