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Cosa si nasconde dietro queste due finestre?

È una sera di fine estate. Con alcuni amici abbiamo deciso di fare qualcosa di diverso e così ci siamo recati al Paese Alto per salire sulla Torre dei Gualtieri, il monumento che domina la nostra città. Ci accompagna nella visita al Torrione una guida, messa a disposizione dall’associazione culturale “Amici del Paese Alto”. Veniamo così a conoscenza di tanti piccoli aneddoti che molti di noi, pur essendo sambenedettesi doc, non hanno mai saputo.

La visita termina. Il nostro è l’ultimo gruppo della serata. La guida chiude la porta del Torrione e vedendo il nostro entusiasmo, come se avesse altro da dirci, ci domanda: “Avete mai visto cosa c’è nell’ex scuola elementare?”. Ci guardiamo l’un con l’altro per capire se qualcuno sappia di cosa stia parlando, ma le nostre facce sono tutte interdette.

Allora la guida ci invita a seguirlo e ci conduce in via Gioacchino Rossini, dove, a fianco alla chiesa di San Benedetto Martire, si trova l’ex scuola elementare “Sciarra Ettore”. Ci sono due finestre che danno su una stanza buia. È difficile avvicinarsi perché le macchine sono parcheggiate a ridosso del muro. Sulla parete ci sono degli annunci funebri. Nulla dà a intendere che lì dentro ci sia qualcosa di importante.

Ma la guida prende il suo smartphone e illumina all’interno. Con nostra estrema meraviglia vediamo a terra dei mosaici. Ci viene spiegato che nel novembre 2010, durante alcuni lavori urbanistici, sono stati portati alla luce una vasca di epoca romana e una pavimentazione a mosaico di tessere bianche e nere, databili attorno al primo secolo d.C.

Scopriamo così che la nostra città, rinomata per le sue strutture turistiche, per il buon pesce, dispone anche di un sito archeologico! Abbiamo trovato a San Benedetto quello che forse non ci saremmo mai aspettati!

Siamo stupiti per quello che è sotto i nostri occhi, ma siamo ancora più stupiti per il fatto che un luogo così non sia affatto valorizzato. In fin dei conti, ci diciamo reciprocamente, non ci vorrebbe più di un migliaio di euro per sostituire i vetri, pulire la stanza, ritinteggiarla e illuminarla con un faretto.

Pertanto, dalle colonne di questo giornale, vorremmo chiedere all’amministrazione comunale se esiste un progetto per riqualificare il sito e, se sì, quali saranno i tempi di realizzazione. Ci farebbe piacere se, nel nostro piccolo, riuscissimo a puntare i riflettori su questo luogo che, verosimilmente, è il più antico della città e che, per tale motivo, dovrebbe essere caro ad ognuno di noi.

Intanto desideriamo ringraziare l’associazione culturale “Amici del Paese Alto” che ci ha fatto vivere una splendida serata nella quale abbiamo sentito ancora di più il nostro senso di appartenenza a questa meravigliosa città.

Un gruppo di amici che ama la Città di San Benedetto

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