Un oceano da sorvolare e quasi 9mila e 600 chilometri da percorrere. È stato un lungo coast to coast quello compiuto dalla giovane ricercatrice italiana Lucia Carbone, che dalle spiagge dell’Adriatico è volata fino al Pacifico per conquistare la copertina di “Nature”. Originaria di Bari, Carbone lavora da circa 10 anni negli Stati Uniti presso la Oregon Health & Science University di Portland. Ed è proprio grazie al lavoro di ricerca compiuto dalla sua équipe che si è gettata nuova luce sulle caratteristiche genetiche dei gibboni, la cui struttura cromosomica ha una variabilità molto superiore a quella degli altri primati.
La capacità di cantare e gorgheggiare, ad esempio, è scritta anche nel Dna dei gibboni e alcune specifiche del loro patrimonio genetico potrebbero spiegare l’origine del camminare su due gambe. Così come i “riarrangiamenti”, ovvero le mutazioni avvenute su larga scala – la caratteristica di muoversi quasi esclusivamente con le braccia, il gene deputato al controllo della produzione del collagene per i tendini o dello sviluppo degli arti superiori – che, spiega Carbone, “sono avvenute in breve tempo dal punto di vista evolutivo” e “ci hanno incuriosito soprattutto perché questi primati sono vicini all’uomo dal punto di vista evolutivo”.
Una scoperta che è valsa alla giovane ricercatrice italiana la copertina di una delle più antiche ed importanti riviste scientifiche esistenti, certamente tra quelle di maggiore prestigio nell’ambito della comunità scientifica internazionale. A testimonianza che il mondo, e l’Italia, non può essere diviso tra Nord e Sud. Mai, soprattutto quando si parla di talenti. E poi a quale Sud ci riferiamo? Perché, a ben vedere, Bari è alla stessa longitudine di Portland.