Continua, in maniera corposa e articolata, il dibattito nel mondo del volontariato relativo alla riforma del Terzo Settore. Nel nuovo numero speciale della rivista “Volontariato Oggi” – interamente dedicata a questo tema, che illustra punto per punto il Disegno di Legge Delega per la riforma – Luigi Bobba, sottosegretario alle Politiche Sociali, dichiara: “La riforma sarà completata entro l’anno. C’è una larga condivisione, ma non mancano i problemi. Le risorse destinate al 5 per mille e al Servizio Civile si troveranno nella Legge di Stabilità. Le norme civilistiche, quelle che regoleranno le materie di settore e il riordino della fiscalità richiederanno senz’altro più tempo. È necessario un lavoro di affinamento”. PerEdoardo Patriarca, deputato e presidente di Cnv (Centro nazionale per il volontariato) e Iid (Istituto italiano della donazione), “rispetto alla riforma del Terzo Settore non è possibile prevedere alcun passo indietro. Essa chiede al Terzo Settore il coraggio e la capacità di ‘re-imparare’ ad ascoltare in profondità, per comprendere i bisogni nuovi e le attese di speranza che vivono anche in questo tempo di crisi”.
Per “Civiltà Cattolica” si tratta di una svolta culturale. “La riforma del Terzo Settore – ha scritto nell’ultimo numero di “Civiltà Cattolica” padre Francesco Occhetta – rappresenta per l’Italia una svolta culturale più che politica. La sua ispirazione favorisce un’economia al servizio dell’uomo che supera il paradigma economico svelatosi inadeguato con la crisi economico-finanziaria. Il cuore della riforma è basato sulla promozione dell’impresa sociale e su un modello economico tripolare in cui oltre al pubblico e al privato entra a pieno titolo anche l’economia civile. Con la riforma il Terzo settore non potrà più vivere di rendita. Gli operatori del settore sono chiamati a diventare produttivi, per finanziare i propri scopi, creare occupazione, questa la vera svolta culturale da cui dipende il buon esito della riforma”. “La Civiltà Cattolica – ha aggiunto Occhetta – chiede di riordinare, semplificare ed innovare una normativa frammentata ed eterogenea sul Terzo Settore e appoggia la volontà politica di fondare un nuovo modo di pensare lo stato e l’economia che influenzeranno, non solamente il contesto italiano, ma anche quello europeo”.
Un intergruppo Ue sul Terzo Settore. Nel corso di un seminario di formazione civile che si è svolto a Lucca nei giorni scorsi – intitolato “L’essenziale è invisibile agli occhi” e promosso dal Centro nazionale per il volontariato (Cnv) insieme alla Fondazione volontariato e partecipazione (Fvp) – al quale hanno partecipato molti esponenti dell’associazionismo, anche europeo, il presidente del gruppo Pse al parlamento europeo,Gianni Pittella, ha annunciato la creazione del primo Intergruppo del Terzo Settore in Europa. “Al primo punto – ha sostenuto Pittella – porremo la questione sollevata da Corriere della Sera e il Tg La7, che insieme hanno lanciato la campagna #NoProfitNoIva. Ci impegneremo anche per la realizzazione di un registro unico del Terzo Settore, vorremmo dar vita anche a un osservatorio internazionale e rilanciare il servizio civile europeo. È anche per discutere di questi temi che invito il Cnv e tutto il volontariato italiano a Bruxelles, dove organizzeremo a breve un incontro con tutte le delegazioni europee del Terzo Settore”.
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