DIOCESI – L’Italia ha un territorio circondato, per tre lati, dal mare. I 7.457 km del litorale ospitano 116 Diocesi, 630 comunità municipali e, 88 porti grandi e piccoli. E tra queste diocesi c’è anche quella di San Benedetto del Tronto il cui territorio copre una zona costiera che va da Cupra a Martinsicuro con la presenza dei porti. Il mare è una grande risorsa per il nostro Paese e per queste zone, una risorsa intorno alla quale ruota la vita di molti lavoratori che merita una attenzione specifica.
Il vescovo Carlo ha nominato a luglio don Giuseppe Giudici direttore dell’Ufficio di Apostolato del Mare, forse conoscendo il suo amore per il mare, per riavviare un impegno e una presenza accanto alla gente di mare: i marittimi del commercio e della pesca, le loro famiglie, il personale dei porti e tutti coloro che intraprendono un viaggio per mare.
Nelle finalità dell’ufficio viene indicato che quello del mare è un mondo con dinamiche e caratteristiche proprie: un mondo spesso non conosciuto o addirittura ignorato, ma carico di una grande ricchezza umana, di cui la Chiesa si fa compagna, assicurando la sua presenza attraverso l’impegno caritativo e l’annuncio del Vangelo. Un impegno che chiede il coinvolgimento e l’attenzione di tutta la comunità nell’ottica della pastorale integrata e nelle relazioni con le realtà istituzionali e associative locali. La gente del mare oggi vive una realtà complessa, che incrocia persone che provengono da varie parti del mondo, che vive anch’essa la difficoltà di questo momento storico particolare per la crisi socioeconomica in atto, che presenta nuove sfide e opportunità anche per l’evangelizzazione.
Il primo incontro importante sarà il 5 dicembre quando il vescovo incontrerà i pescatori e i lavoratori del porto, altro momento tradizionale e sentito per la gente di mare sarà il giorno della festa di San Francesco di Paola, “celeste patrono della gente di mare italiana”, così proclamato da Pio XII il 27 marzo 1943. Al contempo l’ufficio ha raccolto la richiesta di una maggiore vicinanza di amicizia e accoglienza, che già don Giuseppe ha testimoniato con la sua presenza sulla banchina del porto, ma anche un’attenzione specifica e solidale alla situazione socio-economica e lavorativa che il porto sta attraversando.