Con qualche mese di anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato, Raffaele Bonanni lascia la guida della Cisl nelle mani sicure di Annamaria Furlan, segretario generale aggiunto del sindacato di ispirazione cristiana.
A Raffaele Bonanni va certamente il merito di aver garantito l’autonomia della sua organizzazione e di aver sempre scelto la strada del sano realismo (non cinico pragmatismo) dinanzi alle sfide di un mercato del lavoro in profonda trasformazione. La scelta di firmare il contratto con la Fiat come quella di non alzare barricate sull’articolo 18 rientrano in questa linea di realismo che guarda al bene delle persone e non si fa catturare dal vortice melmoso delle ideologie.
In queste ore gli va dato atto, però, di scegliere di uscire di scena per una precisa scelta di “rinnovamento” che lui stesso spiega venire dalla società. Per “dare anche forma, oltre che sostanza – ha detto ad Avvenire – al cambiamento. Con la scelta di Annamaria Furlan diamo un segnale di discontinuità nella gestione organizzativa, pur nella continuità della cultura sindacale Cisl”. Scomporre per ricomporre, avrebbe detto Aldo Moro.
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