Sullo sfondo c’è l’ormai imminente apertura in Vaticano del Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia (5 ottobre), mentre all’orizzonte nazionale si impone da tempo il vasto e preoccupante tema del lavoro che non c’è. In filigrana, invece, permane la presenza della Chiesa come servizio pastorale diretto e capillare, con le parrocchie sempre vive e un clero che chiede di essere più formato ed aggiornato per rispondere alle diverse istanze della gente. Questi alcuni degli argomenti affrontati nei tre giorni del Consiglio episcopale permanente, svolto dal 22 al 24 settembre presso la sede Cei di Roma. I contenuti delle giornate sono stati riassunti dal segretario generale monsignor Nunzio Galantino, nella conferenza stampa di venerdì 26 per la presentazione del comunicato finale. Come accade di solito in queste occasioni, l’interesse dei cronisti è andato soprattutto a temi che sono in primo piano nelle cronache: l’arresto in Vaticano di un ex-nunzio ed ex-arcivescovo polacco, ridotto già un anno fa allo stato laicale, per pedofilia; l’opinione della Cei sul governo Renzi e il dibattito in corso sull’articolo 18. Monsignor Galantino non si è sottratto alle domande. Così come il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nella sua prolusione lunedì aveva spaziato sulle gravi e drammatiche prospettive della crisi economica che rischia di gettare nella “depressione” un numero crescente di persone, oppure sulla minaccia degli integralisti che stanno quasi attuando un “genocidio” delle minoranze cristiane in alcuni paesi islamici, da parte sua il segretario generale ha messo in guardia governo, sindacati, gli stessi opinionisti sui rischi che il Paese corre se trascura di dare corso a interventi davvero “concreti”.
Clero e famiglia, formazione e sostegno. Della formazione del clero si occuperà, in particolare, l’assemblea generale straordinaria della Cei in programma ad Assisi dal 10 al 13 novembre. Sarà l’occasione per andare a fondo su aspetti quali la “formazione permanente” che – hanno detto i vescovi – “non si riduce a un aggiornamento teologico-pastorale” ma va inserita in un percorso di “conversione e di riforma dei presbiteri stessi”. Quindi avere dei preti che sono al servizio dei fedeli e di tutti gli uomini, per una Chiesa davvero aperta e “in uscita”, come chiede accoratamente Papa Francesco. Sulla famiglia l’attenzione è stata massima. Lo prova la stesura di un documento dal titolo “Il bene comune della famiglia”, che vuole richiamare tutti a considerare il grande significato che essa riveste in quanto “comunione di vita” di un uomo e una donna. Con questo testo si vuole anche rammentare a quanti sono chiamati ad amministrare la “cosa pubblica” quanto debbono e possono fare perché la stessa famiglia sia messa in condizione di resistere, svilupparsi, prosperare. Vengono citati così “interventi fiscali di sostegno” come pure politiche di “armonizzazione” lavoro-famiglia. Non è solo questione di unicità del concetto di “famiglia” che poggia – ha detto mons. Galantino – “su un papà, una mamma e dei figli” e non invece “su altri tipi di unione che si vogliono far passare per famiglie”.
Ridisegnare l’agenda politica del Paese. Naturalmente c’era grande attesa per conoscere il pensiero del segretario dei vescovi italiani sulle questioni di più stretta attualità politica, in primis l’art. 18. Galantino ha premesso che “il tema del lavoro è veramente drammatico e la Chiesa pensa che bisogna guardare con più realismo alle persone che non hanno lavoro”. “Il dibattito sull’articolo 18 è meno centrale – ha proseguito – e io vedo troppe bandiere che sventolano”, auspicando che in particolare i sindacati sappiano “guardare oltre”. “Sono preoccupato quando temi così delicati e decisivi sono posti sul piano dello scontro. Temo che se il problema è affrontato in questi termini ci saranno morti e feriti dall’una e dall’altra parte”. L’argomento centrale che ha proposto è che oggi, data la complessità e delicatezza della crisi, “si esige un approccio diverso e l’impressione è che ci sia bisogno di ridisegnare l’agenda politica, mettendo come priorità la famiglia, il lavoro, i giovani, la formazione. E invece troppa gente, nei sindacati e nella politica, piuttosto che cercare soluzioni realistiche, badano a tenere alto il numero dei propri iscritti”. Così, anche sull’operato del governo Renzi, il segretario della Cei ha precisato che “se oltre al Corriere della sera, all’amministratore delegato della Fiat, volete mettere insieme anche i vescovi tra quelli che si interessano alla persona di Matteo Renzi, noi non siamo interessati se sia più o meno simpatico”. Semmai, ha ricordato, “diamo un giudizio sul suo operato” quando diciamo che “la famiglia non ci pare messa al centro della politica italiana”, così come la scuola pubblica paritaria, che – ha ricordato – “fa risparmiare allo Stato 6 miliardi di euro ogni anno”.
Le persecuzioni verso i cristiani e il convegno di Firenze. Molto chiaro anche il discorso sulle persecuzioni verso i cristiani e le altre minoranze, drammaticamente in corso in queste settimane da parte del radicalismo islamico dell’Isis. Nel Consiglio permanente sono state analizzati gli interventi concreti che la Chiesa italiana sta portando avanti, e dal 2 al 4 novembre prossimi i vertici Cei si recheranno a Gaza e in Iraq. Ultimo grande tema citato da mons. Galantino la preparazione al 5° Convegno ecclesiale nazionale di Firenze (9-13 novembre 2015) sul tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. “Non si tratterà di un confronto sulle idee – ha detto – ma dell’occasione per incontrare esempi di umanesimo riuscito”.
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