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Più di 1000 persone coinvolte nel progetto “Donne in movimento” per la prevenzione del tumore al seno

REGIONE MARCHE – Positivi riscontri per il progetto “Donne in movimento” che è stato realizzato nel territorio regionale dall’Unione Sportiva Acli Marche, ente di promozione sportiva che nelle Marche conta oltre 7000 iscritti. Il progetto è stato avviato nel mese di gennaio 2014 e si è chiuso nei giorni scorsi ed ha visto la partecipazione di oltre 1000 mille di ogni età.

“Le attività previste dal nostro progetto – dicono i dirigenti dell’Unione Sportiva Acli delle Marche – sono state di carattere fisico e sono stati svolti sia nelle palestre delle società sportive affiliate all’ente di promozione sportiva delle Acli – sia all’aperto mediante una lunga serie di camminate che si sono svolte in vari centri della Regione. In particolare vogliamo segnalare le camminate che si sono svolte nei territori dei comuni di San Benedetto del Tronto e di Grottammare ed i corsi gratuiti di attività motoria per donne che si sono svolti a San Benedetto del Tronto (presso la società ASD Punto Fitness nei mesi di marzo ed aprile 2014) ed a Macerata (presso la Polisportiva Acli di Macerata) e che hanno permesso a 70 donne di partecipare gratuitamente a tali attività”.

Il progetto, che ha ottenuto il patrocinio dell’Assemblea legislativa delle Marche e del Coni Marche, e la collaborazione di Coop Adriatica, è stato realizzato col sostegno della Susan J.Komen Italia Onlus, organizzazione che promuove iniziative di prevenzione del tumore al seno.

“Lo studio delle scienze motorie come trattamento preventivo del cancro – dice il prof. Gianni Palermi, responsabile tecnico del progetto – sta vivendo negli ultimi anni una fase di forte ricerca scientifica. In base all’ attuale situazione scientifica emerge un’uniformità di pensiero sugli effetti positivi prodotti dall’esercizio fisico applicato al cancro, nonostante non sia ancora largamente condiviso con quale tipo di attività sia la più indicata affinché tali benefici possano essere disposti. Le evidenze hanno sottolineato la necessità di disporre di protocolli di attività motoria applicata al cancro che conferiscano legittimità scientifica all’ intervento pratico accreditando ulteriore consenso alle scienze motorie come strumento di prevenzione del tumore. Gli studi analizzati, in riferimento alle tempistiche dell’intervento motorio preventivo, definiscono un quadro operativo debole che varia dalle cinque settimane agli 8 mesi e un’emergente uniformità di disporre sessioni di allenamento che variano dai 30’ ai 45-60’ di lavoro ciascuna”.

Janet Chiappini: