Europa non avere paura e vergogna delle tue radici cristiane. È quanto Papa Francesco, il Papa latino-americano, ha detto incontrando i vescovi europei a Roma per l’assemblea plenaria del Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali europee). A riportare le parole del Santo Padre è stato monsignor Angelo Massafra, arcivescovo di Scutari-Pult e neo eletto vicepresidente del Ccee. Il Papa ha affidato alla sala stampa il testo ufficiale del suo saluto preferendo con i vescovi europei andare a braccio. Ne è scaturito un discorso “con il cuore”, terminato con un appello importante: “Annunciate Cristo senza paura e senza vergogna. Non abbiate paura di essere cristiani e di annunciare che Gesù è la vita e salverà anche l’Europa se ci lasciamo salvare da Lui”.
“Famiglia e futuro dell’Europa”. Di questo hanno parlato i vescovi europei trovandosi a Roma alla vigilia dell’atteso Sinodo sulla famiglia. In assemblea plenaria i presuli hanno confrontato le sfide che mettono alla prova la famiglia in Europa. Tra tutte – ha detto il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Ccee – spicca la “fuga dall’impegno istituzionale” che determina una diminuzione non solo dei matrimoni religiosi ma anche di quelli civili. Una situazione “paradossale” se si considera che tra i valori più desiderati dai giovani in Europa c’è tra i primi posti l’aspirazione a creare una famiglia. Il cardinaleAngelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e vicepresidente del Ccee, ha invece puntato il dito, sulla sfida antropologica che la famiglia sta vivendo oggi. “Siamo dentro – ha detto – a una mutazione dell’alfabeto umano dove i concetti base di amore, famiglia, vita, libertà stanno cambiando significato e si vuole ridefinirli”. La famiglia in Europa si confronta poi anche con la sfida della “fragilità dell’amore” che risente fortemente della “paura più ampia” per i legami che non sono avvertiti più “come una ricchezza” ma vissuti “come una diminuzione della libertà, dell’io”. Il terzo elemento che mette alla prova la famiglia “è la denatalità”. L’arcivescovo di Genova ha rivelato come molti Paesi europei “non hanno messo in atto politiche familiari efficaci e certamente – ha aggiunto – il nostro Paese non brilla a riguardo”. Però questo fattore politico “è soltanto un elemento ma non l’unico”. “C’è – ha osservato Bagnasco – anche un elemento culturale che riguarda il grado di speranza e di fiducia verso il futuro”.
“L’Europa è una nonna o una madre che genera?”. All’Assemblea dei vescovi europei ha partecipato anche Sua Beatitudine Fouad Twal, patriarca di Gerusalemme dei Latini. “Visto dall’esterno – ha detto il patriarca – il problema dell’Europa oggi è che mancano i figli. Ci sono più case di riposo per anziani che asili per bambini. E allora non lamentatevi se avete creato voi questo vuoto. Non dovete avere paura degli stranieri. Dovete avere paura del vostro modo di vivere la vita”. E ricevendo i vescovi in Vaticano, anche il Papa ha toccato il tema della denatalità parlando di “rischio di mancanza di generazione”. È risuonata anche la domanda: “L’Europa è una nonna o una madre?”. “La nonna – ha detto mons. Massafra riportando le parole del Papa – non genera più. E quindi l’Europa è chiamata a essere una madre viva”. “Però il Papa ha detto anche che il quadro non è tutto nero e l’Europa ha tante chance per riprendersi”. Ma queste chance sono riposte in Dio. “Senza Dio, l’Europa non può andare avanti”. Da qui l’invito alle Chiese a non aver paura di annunciare Cristo all’Europa di oggi.
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