DIOCESI – Felice Maccaro, ingegnere elettronico, presenta il suo ultimo romanzo dal titolo “Le stagioni della Trabant”, Collana: Officina di Hank, Chinaski Edizioni, di cui presentiamo una interessante recensione. Nel presentare il proprio libro, l’autore tiene a sottolineare che il compenso a lui destinato sarà interamente devoluto al Convento di San Francesco, a Folloni di Montella, che ha bisogno di importanti lavori di ristrutturazione.
Le stagioni della Trabant è l’affascinante racconto di un periodo della vita di alcuni ragazzi, ricco di svolte e cambiamenti, la cui eco si farà sentire per il resto dei loro giorni.
L’autore fotografa tre ragazzi, attraverso i loro successi e fallimenti in una delle nostre Università. Già nelle prime pagine del romanzo l’autore ci guida attraverso il protagonista, con cinismo e disincanto, attraverso i resti degli anni della contestazione e dei grandi movimenti di massa, anni in cui la lotta per la supremazia tra blocco sovietico e blocco occidentale ha influenzato la vita di milioni di persone ma che ora sembrano sopravvire solo per alimentare miseri interessi di parte.
Ciò che rende davvero avvincente il romanzo è il fatto che la storia raccontata attraversa e influenza tutti gli attori che si rapportano allo stesso periodo della vita, quello del passaggio dalla spensieratezza universitaria alla responsabilità di elementi produttivi della società. Questi sono mossi dai sentimenti più disparati: dall’ottimismo al terrore, dalla frustrazione alla celebrazione, dal cinismo all’esaltazione, ma sono tutti consapevoli del termine che si avvicina e che li costringerà a scegliere in una vita finalmente da adulti.
Il protagonista è Bartolomeo Gondrano. Egli dovrà affrontare il tema più importante della sua breve esistenza: scegliere fra le varie sfaccettature dell’amore quale meglio si accompagna al suo carattere. Come in un gioco d’azzardo avrà di fronte tre scelte possibili e una sola fiche da puntare. L’autore ha scelto di tratteggiare i differenti lati dell’attrazione con l’individuazione di tre distinte persone fisiche, ma potrebbero essere tranquillamente i tre lati del carattere di una sola donna.
Bartolomeo sarà attratto dalla libertà selvaggia, dalla lucida ragionevolezza e dalla calda tenerezza di tre colleghe universitarie e come sempre avviene, ogni calcolo, ogni premeditazione è destinata a fallire. Ove si poteva attendere compostezza troverà esplosioni di rancore e dove invece pensava di potersi ritirare come in un porto tranquillo troverà invece un’esplosione di violenza che lo ferirà in prima persona ma ancora più nell’intimo.
E’ interessante sottolineare, come ultima cosa, che anche in questo romanzo, Felice Maccaro, ha giocato con gli indizi e con le sovrapposizioni. Dal semplice riferimento a Orwell per il cognome del protagonista si passa ad una citazione sotto traccia per alcuni dei capitoli più belli del romanzo. Ad esempio tutto il capitolo “Allegro feroce” appare una elegante citazione della canzone di Fred Buscaglione “Teresa non sparare”, mentre il discorso fra Giulia e Bartolomeo all’interno del lido, appare come una citazione de “Il conformista” di Giorgio Gaber.
IL LIBRO
Nella vita di Bartolomeo, studente universitario fuoricorso pigro e svogliato, tutto sembra andare storto. Ma forse non è un caso. Divide un appartamento con altri due studenti, Muschio e Acca, suoi compagni di avventure: insieme portano avanti il progetto di tirare a lucido una vecchia auto, mentre Bartolomeo prova a riconquistare Daniela, la sua ex fidanzata. Ma incontri inaspettati, situazioni imprevedibili e un inarrestabile effetto domino porteranno la sua vita in direzioni completamente diverse. Un romanzo di formazione intenso, moderno e fresco, con uno spiazzante cambio di registro finale.
L’AUTORE
Felice Maccaro, ingegnere elettronico, ha già pubblicato con Arduino Sacco Editore il romanzo “Roma Rossa” (2012), accolto molto positivamente. Vive e lavora a Roma per la NEED s.r.l..