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Gioco d’azzardo da fabbrica delle illusioni a piaga sociale

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il convegno  “Quando il gioco diventa un inganno Da fabbrica delle illusioni a piaga sociale. Cosa fa l’associazionismo? “, organizzato dalla Fondazione Mons. Francesco Traini – contro l’usura – onlus, ha aperto le manifestazioni legate ai festeggiamenti del patrono San Benedetto Martire.

Un incontro-confronto con l’associazionismo davanti ad una platea numerosa ed attenta.

I lavori, diretti dall’avvocato Patrizia Logiacco membro del consiglio direttivo della Fondazione, sono iniziati con i saluti dell’amministrazione comunale rappresentata dal sindaco Giovanni Gaspari  e  dall’assessore ai Servizi Sociali Margherita Sorge.
Il sindaco ha sottolineato l’operato del comune contro il proliferare delle aperture delle sale da gioco, precisando anche le difficoltà dell’amministrazione nell’opera di contrasto al rilascio delle licenze visto che alcune competenze per l’apertura di  sale Slot Vlt sono passate ad altre istituzioni.

Il vice-prefetto dott.ssa Anna Gargiulo ha sottolineato quanto si è fatto, unitamente, alle Forze dell’ordine per combattere sul territorio il gioco d’azzardo e la proficua collaborazione con la Fondazione Mons. Francesco Traini  in materia di prevenzione dell’usura.
La riflessione di S. E. Mons. Carlo Bresciani si è soffermata sul ruolo della famiglia e sul risveglio delle coscienze. Parole incisive sono state rivolte a chi, in questi momenti di crisi soprattutto economica, approfitta della debolezza e della fragilità delle persone. Il presidente della Fondazione, Edio Costantini, dopo aver ricordato che il gioco d’azzardo non si sconfigge solo contrastando l’apertura di nuove sale Slot ma con l’educazione, cioè irrobustendo le ragioni del “vivere” delle nuove generazioni. Si gioca perché non ci sono più punti di riferimento certi, non c’è più la speranza e ci si illude che la fortuna possa risolvere tutti i problemi di difficoltà economica. Ha ricordato il ruolo primario che la famiglia deve avere in ambito educativo. Si è rivolto poi, al mondo della scuola richiamando il loro impegno a rafforzare la cultura della legalità, della cittadinanza attiva e della solidarietà. Ha fatto un plauso a quei baristi, tabaccai e negozianti che stanno rifiutando le Slot nei propri esercizi commerciali.  L’intervento di Costantini si è concluso con una riflessione sul valore educativo del vero gioco, quello ludico-motorio, di cui nessun ragazzo dovrebbe farne a meno, ricordando, però, che il 40% dei preadolescenti non giocano  e non fanno sport. Su questo versante è urgente investire in attività ludico sportive e sarà determinante l’opera educativa delle Parrocchie e degli oratori.

Il clou del convegno nelle parole del relatore don Tonio Dell’Olio, responsabile del settore internazionale di LIBERA.
Il suo intervento, che ha avuto come tema Gioco d’azzardo da fabbrica delle illusioni a piaga sociale, ha preso spunto anche da diverse esperienze dirette sul territorio. In particolare, il ruolo delle mafie nel gioco d’azzardo e, soprattutto, dell’ambiguità della politica che ha permesso il proliferarsi di molte modalità di gioco soprattutto on-line. Che fare, si è chiest Don Tonio? Occorre che il Governo faccia approvare una delle tante proposte di legge giacenti in parlamento, che prevede uno stop, almeno quinquennale,  nell’introduzione di nuove forme di gioco e nell’apertura di nuove sale. Per concludere, la parola è passata alle  tante associazioni presenti che hanno raccontato la loro opera di prevenzione e di cura nell’ambito del gioco d’azzardo e la forte disponibilità a “ fare rete” per essere uniti nel potenziare attraverso progetti educativi comuni l’azione di prevenzione fra i giovani.

L’auspicio e che dopo questo primo confronto tra le associazioni impegnate sul territorio inizi, da subito, un tavolo di lavoro per una costante collaborazione e integrazione fra i tanti volontari e i diversi progetti già in atto.

E’ stato presente ai lavori, don Romualdo Scarponi, uno dei fondatori e il  deus ex machina della Fondazione Mons. Francesco Traini.

Simone Caffarini: