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Papa Francesco “Non riduciamo il Regno di Dio nei confini della ‘chiesetta’”

Di Salvatore Cernuzio da Zenit

“Dio è buono verso di noi, ci offre gratuitamente la sua amicizia, la sua gioia, la salvezza”, ma tante volte siamo noi stessi a rifiutare questi doni, perché “mettiamo al primo posto le nostre preoccupazioni materiali, i nostri interessi”.

In sintesi, è il messaggio che emerge dal Vangelo di questa domenica, su cui Papa Francesco basa la sua riflessione nella catechesi prima dell’Angelus. Il brano di Matteo narra infatti di un re che invita tante persone a partecipare ad un banchetto di nozze. Un invito che ha le caratteristiche della gratuità, della larghezzae dell’universalità, dice il Papa. Tuttavia, nessuno dei prescelti “accetta di prendere parte alla festa, hanno altro da fare; anzi alcuni mostrano indifferenza, estraneità, perfino fastidio”. Anzi, alcuni invitati addirittura maltrattano e uccidono i servi che recapitano l’invito.

Nonostante “le mancate adesioni”, però, “il progetto di Dio non si interrompe”, afferma il Pontefice: il sovrano infatti “non si scoraggia” né “sospende la festa”, ma “ripropone l’invito allargandolo oltre ogni ragionevole limite e manda i suoi servi nelle piazze e ai crocicchi delle strade a radunare tutti quelli che trovano”.

Al banchetto si ritrova perciò gente qualunque, “poveri, abbandonati e diseredati, addirittura buoni e cattivi, senza distinzione”. E “la sala – sottolinea Bergoglio – si riempie di ‘esclusi’”.

Una dimostrazione palese, questa, di come “la bontà di Dio non ha confini e non discrimina nessuno”. “Il banchetto dei doni del Signore è universale, per tutti”, rimarca il Santo Padre, “a tutti è data la possibilità di rispondere al suo invito, alla sua chiamata; nessuno ha il diritto di sentirsi privilegiato o di rivendicare un’esclusiva”. E quel Vangelo “respinto da qualcuno”, trova invece “un’accoglienza inaspettata in tanti altri cuori”.

L’episodio evangelico, dunque, “ci induce a vincere l’abitudine di collocarci comodamente al centro, come facevano i capi dei sacerdoti e i farisei, per aprirci alle periferie, addirittura colui che è rigettato e disprezzato dalla società è oggetto della generosità di Dio”, osserva il Santo Padre. E ricorda che “tutti siamo chiamati a non ridurre il Regno di Dio nei confini della ‘chiesetta’”, “la nostra ‘chiesetta’ piccoletta”, ma “a dilatare la Chiesa alle dimensioni del Regno di Dio”.

Condizione necessaria per restare a questo banchetto di nozze è “indossare l’abito nuziale”, ovvero manifestare “la testimonianza della carità” attraverso “concreti atteggiamenti di solidarietà e di servizio verso i nostri fratelli, specialmente i più deboli”. E fra questi deboli ci sono “i perseguitati”, tanti ultimamente uccisi a motivo della loro fede. Il Pontefice invoca l’intercessione di Maria Santissima per “i drammi e le speranze” di queste persone, come pure per i lavori del Sinodo in corso in Vaticano.

Sempre pensando ai perseguitati, dopo l’Angelus, ricorda che stamane a Sassari è stato proclamato Beato padre Francesco Zirano, dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali. “Egli – dice – preferì essere ucciso piuttosto che rinnegare la fede. Rendiamo grazie a Dio per questo sacerdote e martire, eroico testimone del Vangelo. La sua coraggiosa fedeltà a Cristo è un atto di grande eloquenza, specialmente nell’attuale contesto di spietate persecuzioni contro i cristiani”.

Uno speciale pensiero di vicinanza e solidarietà va poi alla città di Genova colpita da una tragica alluvione che ha provocato un morto e ingenti danni nella città. Il Vescovo di Roma assicura la sua preghiera per la vittima e per quanti hanno subito gravi danneggiamenti alle loro case o attività. Per tutti, inoltre, chiede la protezione della Madonna della Guardia affinché “sostenga la cara popolazione genovese nell’impegno solidale per superare la dura prova”.

Infine, al momento dei saluti, il Santo Padre si rivolge ai pellegrini venuti da diverse parti d’Europa: il gruppo dell’«Office Chrétien des personnes handicapées» della Francia, le famiglie del Collegio Reinado Corazón de Jesus di Madrid, i fedeli di Segovia e quelli della Polonia che hanno promosso speciali opere di carità in occasione della “Giornata del Papa”.

Un saluto va anche al folto gruppo dell’Associazione Amici di San Colombano per l’Europa, venuti in occasione dell’apertura del XIV centenario della morte del grande evangelizzatore del Continente europeo. Infine, a tutti, come consuetudine, il Papa augura “una buona domenica e un buon pranzo”, non congedandosi se non dopo la solita richiesta: “Non dimenticate di pregare per me”.

Redazione: