DIOCESI – Mercoledì, 15 ottobre, si è tenuto presso la sede della CARITAS di San Benedetto del Tronto l’incontro con i responsabili delle Caritas parrocchiali della diocesi.
All’incontro era presente anche il Vescovo Bresciani che ha iniziato l’incontro, innanzitutto, ringraziando i responsabili parrocchiali a nome dei poveri che aiutano ogni giorno, perché questa attenzione verso i poveri rimanda alla predilizione di Gesù verso di loro: da sempre la Chiesa si è fatta carico di essi, infatti, già nelle prime comunità cristiane si facevano raccolte per i più bisognosi. Sua Eccellenza ha detto ai volontari:”Siete la presenza della Chiesa nel mondo della povertà, certamente non solo voi, ma voi in modo particolare” e ha poi proseguito con una importante domanda: Chi è il volontario Caritas? Innanzitutto il volontario caritas non è colui che fa qualcosa, il volontario è un modo di essere, di vivere con se stessi, con gli altri, con tutti, nessuno escluso; è uno che ha la carità dentro di sé, nel proprio intimo, che ha un cuore misericordioso nei confronti di tutti i fratelli. In famiglia, con gli amici, la presenza del volontario della caritas diventa un richiamo cristiano, come lo erano i cristiani delle prime comunità, i quali destavano stupore in chi li guardava dall’esterno. Nel fare la carità, quindi, è importante essere pazienti, benigni, non invidiosi, non mettersi in mostra e avere rispetto del povero, perché in lui vediamo la presenza di Cristo, e, quando succede, non bisogna tenere conto del male ricevuto ma rispondere ad esso con il bene. “Siamo la presenza della Chiesa e siamo la presenza di Cristo – ha detto il Vescovo – ed è anche molto bello essere la presenza di Cristo. Quindi prima di donare le cose, la carità è donare se stessi“. Il donare se stessi si esplica nell’atteggiamento che abbiamo quando siamo davanti al povero che ci chiede qualcosa, siamo lì per donare tempo, attenzione, compassione che significa “ti sono vicino con il mio sentimento”, e coltivare il cuore puro, perché se il cuore non è buono, da esso non possono venire le opere buone, quindi bisogna coltivare anche la motivazione: perché vogliamo servire con la nostra vita Gesù Cristo, non per occupare il tempo o altro. “Il bene bisogna farlo bene, quindi bisogna organizzarsi, essere attenti alle leggi, rispettarle e imparare a coordinarsi tra le varie caritas, perché quando ci si coordina e collabora il bene lo si fa meglio“. Un altro aspetto importante sono le doti umane necessarie all’accoglienza: i veri poveri, spesso, si presentano a chiedere la carità con vergogna ed per questo bisogna avere rispetto di loro e della loro privacy.
La parola è poi passata a Umberto Silenzi, responsabile diocesano della Caritas, che ha sottolineato l’importanza della formazione e dell’ascolto di tutti i volontari caritas per potersi confrontare. Silenzi ha presentato la sede diocesana della caritas, dove da luglio sono presenti tre suore del Piccolo Fiore di Betania, sr Smitha, sr Vijaya, sr Tharsis (a gennaio arriverà una nuova suora, che sarà un’infermiera). I servizi della Caritas, sono stati rigenerati secondo le indicazioni del Vescovo: è presente una onlus che gestisce tutti i servizi come mensa, docce, vestiario, ecc … Le suore sono responsabili della casa di accoglienza, a breve verrà riattivato il centro medico, c’è uno studio odontoiatrico composto da 8 professionisti che si sono messi a disposizione. Inoltre, si sta facendo un lavoro per mettere in rete tutte le risorse della caritas diocesana in modo tale che sia più facile coordinarsi, collaborare e venirsi in aiuto.
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