Di Floriana Palestini
GROTTAMMARE – “Come diocesi iniziamo ad interessarci dei giovani e guardare a loro è indispensabile. Non possiamo figurarci il futuro della Chiesa senza pensare ai giovani. Siamo qui oggi per conoscerci, capire le situazioni di ognuno, coordinarci e costruire un progetto su cui poi lavorare. Dobbiamo porre mattoni saldi, poi cominciare a costruire sopra e così via: costruiamo insieme il nuovo percorso dei giovani della nostra diocesi. Siamo qui anche perché imparare dagli altri è importante: così allarghiamo gli orizzonti e caliamo l’esperienza degli altri nel nostro contesto.
Con queste parole il vescovo Carlo ha aperto l’incontro di sabato 11 ottobre organizzato dalla pastorale giovanile diocesana presso i locali della parrocchia di Madonna della Speranza a Grottammare.
Dopo una breve introduzione di don Pierluigi Bartolomei, il microfono è passato a don Andrea Franceschini, responsabile della pastorale giovanile di Senigallia, chiamato ad animare l’incontro insieme ad altri tre amici: don Paolo Vagni, vice responsabile della PG diocesana, Chiara, una consacrata dell’Ordo Virginum, e Maria, una ragazza della segreteria. Don Andrea ha raccontato ai presenti la propria esperienza in pastorale giovanile cominciando col chiedere quali fossero i sogni degli educatori per i giovani e se per questi fossero disposti a soffrire, perché se si vuol guidare i giovani e non si è disposti a soffrire, non si combina niente. All’inizio di questa esperienza egli si è trovato di fronte alla totale mancanza di un coordinamento diocesano: infatti la prima attività, appena ricevuto l’incarico è stata quella di trovare persone con le quali condividere il servizio di Pg diocesana; continua poi don Andrea: «la vita pastorale ci chiede cose più grandi di noi e che non siamo in grado di fare, ma poi ci fa trovare persone con cui andare avanti». È anche questo lo spirito della nostra pastorale giovanile: il voler accettare ogni volta nuove sfide e prepararle insieme, giovani e sacerdoti, rischiare per queste e mettersi in gioco.
Alle testimonianze degli amici di Senigallia è seguito un momento in cui i partecipanti al forum hanno preso parte a dei laboratori, tre in totale e nei quali si sono raccolte critiche e proposte provenienti da ogni angolo della diocesi: è stato evidenziato dalla maggior parte dei presenti che il passo successivo a questo incontro è riunire di nuovo i gruppi giovani, ma ancor prima le parrocchie, nello stesso Amore e costruire una grande squadra al di sopra dei movimenti, delle associazioni o dei gruppi giovani parrocchiali.
La giornata trascorsa insieme si può riassumere attraverso le parole che troviamo scritte sul foglio di accompagnamento alla celebrazione serale, vissuta dopo cena dai presenti nella chiesa di San Martino: “Non possiamo vivere nella solitudine delle nostre singole comunità cristiane e presumere di essere uniti. Dobbiamo volere ed essere capaci di conoscerci e riconoscerci fratelli. Vogliamo crescere insieme nell’amicizia e ricevere gli uni i doni degli altri, per far risplendere l’eterna giovinezza di Cristo sul volto della sua Chiesa. Questo è il passo che il Signore ci chiede.
Stasera ci mettiamo in ascolto e in adorazione di Colui che ci fa essere qui per tornare a capirci”. Gli educatori e la segreteria della PG si sono stretti attorno all’altare sul quale si trovava il Corpo di Cristo; ognuno tra le mani aveva una lunga corda che teneva uniti gli uni agli altri, un segno e una promessa: quella di tornare a capirci camminando insieme.
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