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Quell’indegno ”sei fuori”!

C’è chi chiede di “rispedire a casa” gli immigrati e i profughi; c’è chi, più sobriamente, vorrebbe espellere solo i “clandestini”. C’è anche chi espelle – dal partito – le voci dissidenti: ma questo è un altro capitolo.
Resta il fatto che la regola è una: chi non è “dei nostri” va cacciato, allontanato, “fatto fuori”, metaforicamente parlando. Anche se, sospinti da comprensibili ansie portate all’estremo o da bollori un po’ più irragionevoli del solito, taluni finiscono con imbracciare le armi contro “quegli altri”. Capita, spesso, in tante società europee sempre più timorose, e per questo intolleranti, chiuse, xenofobe…
Rispetto agli stranieri qualcuno si giustifica rispolverando una vecchia e triviale battuta: “Ma noi non siamo razzisti, son loro che sono negri”. E così via. Una volta il dito era puntato contro i “terroni”, poi contro i “marocchini”, poi son venuti “drogati” e “albanesi”. Lo sguardo si è posato, da ieri a oggi, sugli ebrei, sui musulmani, sugli omosessuali, sui rom…
Le società moderne sanno essere tanto aperte – se vogliono – quanto escludenti.
Resta un dubbio. Il criterio ad excludendum sarà applicato in ogni caso? Vedremo presto piazze italiane gremite di cittadini che invocano – giusto per fare degli esempi – l’espulsione degli evasori fiscali? Oppure degli assenteisti? O magari di chi dà lavoro in nero? O forse di chi picchia la moglie? Di chi trascura i figli? Di chi corre in autostrada a 200 all’ora?
La “legge del taglione” non piace a nessuno e per fortuna non è recepita nel nostro sistema giuridico. Ma se la si applica a corrente alternata – a lui sì, all’altro no – diviene fonte di ulteriore ingiustizia. Dunque, a quando la prossima manifestazione anti-evasori?

Redazione: