“La parola ‘antimafia’ – spiega il presidente di Libera – ha perso credito: in troppi casi è stata esibita come una carta d‘identità, mentre dovrebbe essere un fatto di coscienza, un atto di responsabilità”. Insomma, “non si può più parlare di mafie – conclude don Ciotti- come di un fatto solo criminale, senza evidenziare la loro compatibilità con un sistema responsabile di disuguaglianze sempre più inaccettabili. Ma soprattutto non è più possibile di mafie solo parlare, senza che le parole abbiano un coerente seguito nelle nostre vite, nelle nostre scelte, nelle nostre politiche”. Si parte il 23 ottobre con GiovaniContromafie, presso il Centro sportivo Valentina Venanzi dove sarà allestito un campus antimafia sociale. Apertura in plenaria venerdì 24 ottobre presso Auditorium della Conciliazione con intervento di Roberto Saviano, la relazione introduttiva di don Ciotti, e le testimonianze di Rosi Bindi, Franco Roberti, Andrea Orlando, Pietro Grasso, Ignazio Marino e Nicola Zingaretti, del segretario generale della Cei. Nunzio Galantino, Stefano Rodotà, Giusi Nicolini, Giovanni Tizian, Daniela Marcone e John Christensen. Sabato sono previsti i lavori su sei aree tematiche. Domenica plenaria di chiusura con interventi di ospiti internazionali e le relazioni finali delle sei aree tematiche, le cui elaborazioni conclusive saranno raccolte nel “Manifesto degli Stati generali dell‘antimafia”.