Foto Simone Incicco, trascrizione audio Alessandra Mastri
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Mercoledì 22 ottobre il Vescovo Carlo Bresciani ha visitato gli uffici della polizia stradale di San Benedetto del Tronto.
Ad accoglierlo oltre agli uomini della stradale, il comandante di stazione Stefania Farroni, il Vice Questore aggiunto Maurizio Collina, il dirigente superiore compartimento Marche Emilio Guerrini e il Cappellano Don Adam Baranski.
Dopo un momento di incontro con gli agenti della polizia, il Vescovo Carlo ha celebrato la Santa Messa.
Le parole pronunciate dal nostro Vescovo: “Tutte e due le letture forse ci sorprendono un pò, la prima lettura, tratta dalla lettera agli Efesini di S. Paolo, parla di un mistero nascosto dai secoli.
Uno potrebbe pensare, “che cos’è questo mistero nascosto dai secoli che ha rivelato?”
Qualche volta si collega la fede con i misteri, mentre invece quello di cui S. Paolo sta parlando è una cosa per certi aspetti molto semplice, ma che è la cosa più grande che Gesù ha dovuto fare.
Infatti dice S. Paolo che questo mistero nascosto dai secoli che è stato rivelato negli ultimi tempi è che tutti gli uomini sono chiamati a formare un’unica comunità, la cosa sembra molto semplice, ma perché è un mistero?
S. Paolo è stato l’apostolo delle genti, colui che ha portato il Vangelo in Grecia, in Macedonia, a Roma, in tutto il mondo conosciuto, lui rivela la cosa più grande, che Dio ama tutti gli uomini e quando uno ama, vuole che la sua famiglia sia unita, non c’è un padre che ama la sua famiglia e non vuole che la propria famiglia sia unita, e non c’è un padre che non soffre se vede che i suoi figli litigano tra di loro invece che formare un’unità.
È un mistero perché noi uomini facciamo fatica a capire questo, purtroppo la storia umana è stata e continua ad essere segnata da grandi divisioni, la volontà del Padre è esattamente questa, dice S. Paolo, allora vuol dire che tutte le volte che noi lavoriamo per creare unità, magari anche senza saperlo, come dice il brano del Vangelo, noi entriamo dentro la realizzazione di questo mistero, e la Chiesa è la realizzazione di questo mistero, perché nella Chiesa con fraternità e riconoscimento pieni gli uni degli altri, tutti i popoli sono uniti.
Io ho citato più volte un’esperienza, quando da studente romano, partecipavo nelle basiliche romane a qualche cerimonia, mi trovavo certe volte, come domenica scorsa per la beatificazione di Paolo VI con gente di tutto il mondo e, tutti insieme riconoscerci parte di una unità, la Chiesa, riconoscersi fratelli, è la realizzazione di questo bel mistero.
Per far riferimento a domenica scorsa, c’erano cardinali di tutte le nazionalità del mondo, c’era gente che veniva da tutte le parti e tutti insieme pregavamo, nella stessa identica maniera, è una cosa grande che si realizza, è questo ciò di cui S. Paolo parla, e lui proprio per questo ringrazia il Padre, perché quando ci si trova uniti non c’è che da esserne contenti.
Però, e qui mi collego con il brano del Vangelo, dove la cosa che potrebbe sorprenderci è che Gesù parla di punizione, dice “se il padrone di casa quando torna…”, ma Gesù non vuole incutere paura,
Gesù dice che dei suoi doni, noi dobbiamo essere responsabili, non possiamo trascurare o rovinare i doni di Dio, ecco perché parla dell’amministratore prudente, in fondo, a ciascuno di noi Dio ha dato in mano tante cose, compresa la nostra vita, perché in fondo la nostra vita ci è data da Dio, non ce la siamo data noi, spetta a noi essere amministratori prudenti della nostra vita, e non dire “tanto c’è molto tempo, ci penserò..” perché se non amministriamo bene la nostra vita, i primi che pagano siamo noi.
Quello che Gesù ci vuol dire è questo: imparate a riconoscere i doni che vi sono stati dati, imparate a gestirli con responsabilità, non rimandare a domani il bene che puoi fare oggi, non rimandare a domani quello che puoi costruire oggi, perché può anche essere che poi il tempo che passa rende irrimediabile quello che si è fatto, se non si è fatto prima.
Gesù dice che questo costruire responsabilmente è insieme con lui, con la sua grazia e con i suoi insegnamenti, credo che in questo ci siamo dentro tutti, se poi abbiamo anche delle responsabilità verso altre persone, non possiamo non esercitare al meglio questa responsabilità perché coinvolgiamo anche altri, quando svolgiamo al meglio le nostre responsabilità facciamo il bene di tutti.
Io credo che per chi esercita il servizio pubblico, ha proprio questo senso, lo esercita per il bene di tutti, non per il bene di uno.
Esempio banale, se voi aiutate a creare sicurezza nelle strade è soprattutto per il bene di tutti coloro che percorrono quelle strade, è responsabilità di una professione esercitata bene, ma che ricade poi sul bene comune.
Se noi costruiamo insieme il bene comune con questa responsabilità, senza saperlo, stiamo andando verso la volontà di Dio, perché Dio vuole che tutti insieme andiamo a crescere nell’unità, questo è quello che ci ha insegnato anche S. Giovanni Paolo II come guida della Chiesa nel suo immenso ministero, è quello che ha cercato di fare, perché chi si mette alla sequela di Gesù diventa un costruttore di unità ovunque egli si trovi a vivere secondo la missione che volta volta gli viene affidata”.
Al termine della celebrazione il comandante di stazione Stefania Farroni ha dichiarato: “Ringrazio sua Eccellenza Mons. Bresciani, ringrazio il nosto comandante e il nostro dirigente, il dott. Collina, per essere qui con noi.
Ringrazio anche tutta la mia squadra, ognuno di loro nelle loro competenze è fondamentale per il servizio che svolgiamo.
Sono veramente contenta di questa giornata nella quale unisco l’amore, la passione per il mio lavoro, insieme a tutte le persone che collaborano con me, ad un aspetto importante della mia vita che è quello spirituale, questi momenti di comunità e convivialità ritengo, come sosteneva prima mons. Bresciani, che siano veramente importanti nel momento in cui la vicinanza fraterna diventa sempre più difficile”.
Vi ringrazio con tutto il cuore”.