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FOTO Croce del Sud, venti anni di amore missionario

Di Michela Galieni

Un incontro missionario eccezionale con un vescovo carismatico dell’Amazzonia – considerato Santo pur essendo ancora in vita, già condannato a morte dai narcotrafficanti. Nel suo lavoro pastorale denuncia il miserabile stato in cui vive la popolazione della sua diocesi, alla foce del Rio delle Amazzoni: il degrado ambientale, la prostituzione e traffico di donne e bambini verso la Guyana francese e l’Europa. Per queste denunce è stato minacciato di morte.

La sua commovente testimonianza il 19 ottobre durante i festeggiamenti per il ventennale di attività missionaria dell’ Associazione Missionaria La Croce del Sud. E’ stato un giorno di grande festa, di memoria, di riconoscenza e soprattutto di rendimento di grazie per quanto il Signore ha seminato in tanti anni di attività, festeggiati con chi ha permesso quest’opera di solidarietà.

Sono passati vent’anni da quando un gruppetto di amici su sollecitazione di mons. Chiaretti ebbe il coraggio di costituire un’ associazione missionaria denominata La Croce del Sud.
Lo scopo era semplice: aiutare il centro missionario nell’essere vicino ai missionari diocesani.
Un inizio in punta di piedi per un servizio umile e generoso. A distanza di vent’ anni per grazia di Dio molto è stato fatto a sostegno dei nostri missionari e delle missioni.

Vent’anni di amore missionario vissuti nella completa generosità aiutando missioni in Asia, Africa e America Latina. In quest’ultimo continente l’incontro con il vescovo Josè Luiz Azcona è stato determinante: una guida la sostegno degli sforzi, delle tante difficoltà incontrate.

Dom Josè trasmette tutto il suo carisma ed il suo amore durante questa speciale giornata mondiale delle missioni. Per tutta la Chiesa è una giornata che aiuta a capire l’identità, l’essere della propria Comunità, una festa che prende la realtà della prima Chiesa e la fa presente oggi nel mondo per la memoria che lo Spirito Santo colloca nella coscienza del cristiano. La coscienza missionaria della Chiesa è sempre ravvivata da Dio per opera dello Spirito Santo.

Per questo la festa della giornata mondiale delle Missioni è stata molto cara al Vescovo dell’Amazzonia, considerando una grazia inestimabile e potente condividerla con gli amici dell’Associazione Croce del Sud.

“L’associazione Croce del Sud è radicata anche in Brasile con radici profonde e sicure. Il cristiano è di per sé stesso missionario. “ spiega Dom José “Quelli di Marajo erano cattolici, ma non conoscevano la condizione missionaria. Poi i fratelli della diocesi di San Benedetto del Tronto per mezzo dell’associazione Croce del Sud ispirata da Dio – non dalla carne né dal sangue – hanno promosso lo spirito di Pentecoste, che altri non è che lo Spirito della Missione. Questo contributo è inestimabile, non si può mai sufficientemente valorizzare. E’ arrivato lo Spirito della missione nella Chiesa di Dio attraverso una forma speciale: la massima forma, in cui lo Spirito di Dio può agire sulla terra, suscitare la missionarietà”.

Rivolge allora un pensiero ai laici: “Carissimi, è dunque ora di alzarsi con la Grazia dello Spirito Santo. Il sacerdote, il vescovo, il Papa sempre saranno necessari nella vita della Chiesa per istituzione divina, ma il laico ha la responsabilità gloriosa della missione. Chiunque è invitato, sempre più dopo il Vaticano II a caricare su di sé questo protagonismo, perché Dio non ci ha dato uno Spirito codardo, ma uno Spirito di amore, coraggio e sobrietà.”

Questa dell’Associazione è una grazia diocesana, è la Chiesa di San Benedetto del Tronto, è una pianta che Dio ha voluto attraverso l’Associazione Croce del Sud.

Un ringraziamento prioritario ai fondatori, specialmente don Francesco Ciabattoni ed i volontari per ciò che Dio ha fatto in maniera così grande. Grazie anche alla diocesi di San Benedetto del Tronto che ha riconosciuto la potenza di questa fede e della Chiesa che è cresciuta così lontano in un luogo così differente com’è l’Amazzonia ed il Marajo.

Tutta la comunità di Marajò esprime il suo più sentito ringraziamento attraverso una lettera per coloro che hanno creato l’opera della missione. Grazie ai volontari che hanno visitato la comunità brasiliana: non soltanto hanno dato ma hanno arricchito anche sé stessi, imparando reciprocamente il senso di essere missionari, alcuni in particolare attraverso la presenza personale fino ad avere malattie gravissime col pericolo di morte.

“Grazie nel nome del Signore, grazie nel nome della Chiesa di Marajò. Grazie a tutti i padrini e le madrine che, con tanto affetto in questi tempi di crisi economica per l’Italia, hanno avuto la generosità e continuato a dare molto più di ciò che possiedono. Questa è la vera Chiesa, che non dipende dai vantaggi economici del benessere ma che deriva dall’unità e dalla generosa comunione tra le persone, che dipende dallo Spirito Santo. Carissimi padrini e madrine e tutti i volontari, questi tempi difficili sono ottimi per la purificazione della nostra fede nello spirito cristiano e quindi missionario. La carità non finisce mai, nella Chiesa non può finire con una crisi. La carità è più della morte e del denaro, è più potente di tutte le crisi del mondo. La carità è Dio”.

La Sua è testimonianza di come la missione libera dalla paura e dalla morte, libera dalla condizione di questo mondo, non con la separazione dall’altro mondo, ma per la presenza di Dio nella missione.