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Ebola, le ripercussioni dei rapporti tra Africa e Italia

“Quanto il timore del contagio e dell’espandersi dell’epidemia inciderà sui rapporti commerciali tra Africa e Italia? Quali le misure adottate dai governi dei Paesi d’Africa? Che tipo di prevenzione è adottato alla frontiera Ue di Lampedusa e Crotone? In che modo agisce l’unità di crisi istituita dal governo?”.
Sono alcuni interrogativi al centro della conferenza stampa sul tema “Ebola, un virus per l’economia”, organizzata il 5 novembre, a Roma (ore 10.30, sala Alberto Sordi, vicolo del Puttarello 25, zona Fontana di Trevi), dalla Camera di commercio ItalAfrica centrale. Con il presidente di quest’ultima, Alfredo Cestari, interverranno gli ambasciatori e i rappresentanti in Italia dei seguenti Paesi: Madagascar, Guinea, Angola, Somalia, Repubblica democratica del Congo, Zambia, Guinea Bissau, Benin, Zimbabwe, Gabon, Sudan, Liberia, Burundi, Nigeria, Lesotho, Uganda. Risulta confermata, al momento, la partecipazione di Raymond Balia, ambasciatore in Italia del Burkina Faso. Parteciperanno anche Leonardo Sacco, governatore della “Misericordia” di Isola Capo Rizzuto, associazione che gestisce i centri di prima accoglienza e soccorso migranti di Crotone e Lampedusa, e i responsabili dell’unità di crisi istituita presso lo “Spallanzani” di Roma.

“L’ebola rischia di soffocare la già fragile economia dei Paesi colpiti, in particolare quella derivante dagli investimenti esteri”, spiega Cestari in una nota: “Le nostre aziende presenti nella regione occidentale e sub sahariana riescono con difficoltà a mantenere esportazioni e produzioni sui livelli pre-malattia in Paesi che, di contro, attraverso appositi Codici di attrazione di aziende straniere offrono condizioni di vantaggio uniche. Il governo canadese ha deciso di sospendere la concessione di visti a chiunque sia stato in Sierra Leone, Liberia e Guinea; l’Australia sta richiamando in patria i propri connazionali annunciando contestualmente l’imminente blocco dei visti in entrata dai Paesi dell‘Africa occidentale (compresi quelli legati ai programmi umanitari) e l’annullamento dei visti già concessi. Gli Usa annunciano imminenti misure restrittive”. “Si stanno creando le condizioni perché all’isolamento sociale segua quello economico”, il grido d’allarme degli organizzatori: “Eppure l’Oms ha già dichiarato Senegal e Nigeria Paesi free-Ebola. Non isolare oggi l’Africa significherà, strategicamente, rafforzare le relazioni bilaterali”. La Cina, già principale partner economico del Continente, lo ha capito.

 

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