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Libertà religiosa? Brutta scoperta: l’intolleranza europea

Di Maria Chiara Biagioni

Non cessano nel mondo le persecuzioni e le violenze a causa della fede. Anzi la situazione sta peggiorando, il rispetto della libertà religiosa continua a diminuire e i cristiani si confermano ancora una volta il gruppo religioso maggiormente perseguitato. E’ una fotografia a tinte fosche quella scattata dal Comitato di redazione del Rapporto sulla Libertà Religiosa nel Mondo della Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre. Un lavoro che ha coinvolto 20 specialisti di tutto il mondo ed è stato presentato oggi a Roma. Il Rapporto ha analizzato in 196 Paesi le violazioni subite dai fedeli di ogni credo e non solo dai cristiani. E’ emerso, purtroppo, che nel periodo compreso tra l’ottobre 2012 e il giugno 2014, dei 196 Paesi analizzati, in ben 116 si registra un preoccupante disprezzo per la libertà religiosa, ovvero quasi il 60%. Ma non è tutto. La situazione va peggiorando: nel giro di due anni, il Rapporto evidenzia condizioni di peggioramento in 55 Paesi, cioè nel 28% dei Paesi analizzati. In pratica – ha sottolineato il presidente del Comitato di redazione, Peter Sefton-Williams – solo in 6 Paesi si è registrato un lieve miglioramento della situazione.

Nella “mappa” geografica disegnata dall’Acs, 81 dei 196 paesi del mondo (41%) vengono identificati come luoghi in cui la libertà religiosa è compromessa o è in declino. Per un totale di 35 paesi (18%) sono state rilevate istanze “preoccupanti” mentre 20 sono i Paesi identificati come luoghi di “elevato” grado di violazione della libertà religiosa, dove cioè la libertà religiosa non esiste. In 14 di questi Paesi, la persecuzione è a sfondo religioso ed è legata all’estremismo islamico (Afghanistan, Arabia Saudita, Egitto, Iran, Iraq, Libia, Maldive, Nigeria, Pakistan, Repubblica Centrafricana, Siria, Somalia, Sudan e Yemen). Negli altri 6 Paesi, la persecuzione religiosa è perpetrata da regimi autoritari (Azerbaigian, Myanmar, Cina, Corea del Nord, Eritrea e Uzbekistan). Nel delineare alcune vie di risoluzione del problema, Sefton-Williams ha chiamato in causa il ruolo delle comunità religiose stesse. In questo senso sono da apprezzare iniziative come quella presa recentemente dai 122 saggi musulmani che hanno rivolto al leader dell’Isis una lunga lettera per dichiarare che quanto lo Stato islamico sta facendo in Medio Oriente è contrario ai precetti di un Islam autentico.

Alla presentazione del Rapporto, ha preso la parola Pascale Warda, fondatrice della Società irachena per i diritti umani e già ministro per le politiche migratorie. La sua è stata una testimonianza drammatica sui “tempi oscuri” che sta vivendo il popolo iracheno tra persecuzioni dei cristiani, distruzione delle chiese e villaggi rasi al suolo. “La situazione a Baghdad è drammatica – ha detto – abbiamo bisogno di aiuto soprattutto ora con l’arrivo dell’inverno e i cristiani hanno bisogno di tutela da parte della comunità internazionale”. Anche dal Rapporto dell’Acs, il Medio Oriente viene fotografato così, tra l’affermazione dello Stato islamico (Isis) e il crescente fenomeno delle migrazioni di massa.

Ma la libertà religiosa è minacciata anche in Europa occidentale.
A presentare il quadro europeo è Martin Kugler, membro dell’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa. Nel corso degli ultimi 7 anni, l’Osservatorio che ha sede a Vienna, ha documentato più di 1.300 casi di intolleranza, catalogandoli come crimini per odio, crescente vandalismo, generalizzazioni negative, esclusioni e restrizioni legali. In un’indagine del 2013, è emerso anche che in Europa ci sono almeno 41 leggi che colpiscono sfavorevolmente i cristiani nei campi soprattutto della professione e della educazione alla sessualità. A fronte della situazione però, l’Osservatorio ha registrato anche una “scarsa reazione” del mondo della politica. Nel Rapporto dell’Acs, un capitolo è riservato all’Italia dove si fa il punto sul novero delle confessioni religiose che hanno stipulato un’intesa con lo Stato Italiano (non figura la religione islamica con la quale ad oggi non sono state avviate trattative). Nel capitolo tricolore, si approfondiscono anche il Disegno di legge Scalfarotto-Leone contro l’omofobia e la transfobia e la revisione del codice deontologico medico con le conseguenze sull’obiezione di coscienza, specie riguardo alla interruzione di gravidanza. Anche nel nostro Paese si indicano casi di rimozione dei simboli religiosi nei luoghi pubblici, atti di vandalismo, per lo più ai danni di statue della Madonna e crocifissi, e offese alla religione cattolica, con il caso del concerto del primo maggio 2013 quando il leader di un gruppo musicale ha innalzato un profilattico come fosse un’ostia consacrata simulando il gesto rituale compiuto alla Messa. In quell’occasione fu il cardinale vicario Vallini a condannare “gesti che offendono la sensibilità di milioni di credenti”.

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