Di fronte all’aggravarsi della situazione nella Città Santa, i 13 Patriarchi e capi delle Chiese di Gerusalemme hanno diffuso ieri sera una dichiarazione nella quale manifestano “seria inquietudine e condanna” della crescita della violenza invocando “il rispetto dello Statu Quo, in special modo sull’Haram al Sharif, la Spianata delle moschee”. “Vogliamo esprimere la nostra seria inquietudine riguardo le recenti attività su Haram al Sharif, quali la chiusura totale e le restrizioni di accesso alla Moschea di Al Aqsa – scrivono i capi delle Chiese di Gerusalemme – questi avvenimenti sono stati provocati da atti estremisti che stanno divenendo un fenomeno ricorrente in Terra Santa e nella Regione”. Nel testo i leader religiosi condannano “le minacce di modifica dello statuto dei Luoghi Santi quali che siano le loro provenienze”. I Luoghi Santi, secondo i capi religiosi, “necessitano di una costante e vigile protezione affinché il loro ragionevole accesso sia mantenuto come previsto dallo Statu Quo per le tre religioni monoteiste”. L’accordo dello Statu Quo che regola questi siti deve essere, conclude la dichiarazione, “interamente rispettato, nell’interesse della comunità tutta intera. Ogni minaccia alla sua continuità e alla sua integrità potrebbe condurre a conseguenze imprevedibili che sarebbero più che malviste nell’attuale clima politico del momento, molto delicato”.