RIPATRANSONE – Pubblichiamo la riflessione di Don Gian Luca Rosati: “Ieri mi è capitato di passare davanti allo specchio e di dare un’occhiata, prima di sfuggita, poi più attenta all’immagine riflessa. Nello specchio c’era l’amministratore del Vangelo di Luca (16,1-8).
A farmelo riconoscere non è stata la barba nera, l’evangelista infatti non si sofferma su questo particolare poco rilevante ai fini del Vangelo, ma la condizione di vita. Essa ci accomuna: abbiamo entrambi ricevuto qualcosa da amministrare e un giorno dovremo rendere conto della buona o cattiva amministrazione di quanto ci è stato affidato. Durante il tempo della nostra amministrazione, ci sono cose a cui ci aggrappiamo nella convinzione che possano darci una qualche stabilità. Il più delle volte si tratta di cose mondane: un lavoro sicuro, la giovinezza, una posizione o un ruolo sociale, una buona fama, le ricchezze, il successo, il potere, la bellezza,… ma di tutte queste cose, prima o poi, sperimentiamo il limite trovandoci in una situazione di forte crisi: «Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare» (Lc 16,2). È allora che l’amministratore e io ci troviamo a fare i conti, a considerare le più convenienti vie d’uscita: «Che cosa farò ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione?» (Lc 16,3).
Un’altra somiglianza tra me e l’immagine riflessa è che la via di salvezza è a portata di mano.
L’amministratore non deve intraprendere chissà quale azione finanziaria; gli basta utilizzare il potere che ancora possiede per provare a guadagnarsi qualche amico che si ricordi di lui quando sarà nel bisogno.
Essere accolto in casa di qualcuno gli eviterà di trovarsi disperato a mendicare un pasto o un vestito.
Anche io ho tutti i mezzi necessari per imboccare la via della vita. È alla mia portata rispondere positivamente alla chiamata di Gesù e seguirlo sempre, non soltanto nella celebrazione dell’Eucaristia o nella preghiera quotidiana.
Gesù va seguito anche quando porge l’altra guancia, anche quando ha compassione della folla, anche quando perdona i nemici, anche quando lavora nel nascondimento a Nazaret, anche quando si fa prossimo, anche quando, disprezzato, continua ad amare e a donare la vita, anche quando risorge dai morti ed è gioia per i discepoli, anche quando…
Potrebbe esserci, infine, una terza somiglianza tra me e l’amministratore, ma al momento non so ancora dire se la mia scaltrezza nel lasciare tutto e abbracciare il Vangelo sarà simile alla sua!”
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