È emergenza a Lilongwe (Malawi) per mancanza di medicine e di assistenza sanitaria. Lo riferisce oggi, all’Agenzia Fides, monsignor Joseph Mukasa Zuza, presidente della Conferenza episcopale del Malawi, a Roma in visita “ad limina”. “La gente muore perché non ci sono fondi da destinare alla sanità”, spiega il vescovo. A causa del cashgate (lo scandalo che ha travolto buona parte dell’amministrazione statale e della politica del Malawi, provocato dalla malversazione dei fondi donati dalla comunità internazionale) i partner internazionali hanno bloccato l’invio di ulteriori fondi, fino a quando non saranno sicuri che il denaro da loro versato sia utilizzato per i fini ai quali è destinato. “Il settore più colpito dalla mancanza degli aiuti dei nostri donatori – aggiunge il prelato – è quello sanitario. Alcuni farmaci diventano sempre più costosi e non ci sono risorse per acquistarli. Frequente è la morte per mancanza di cure adeguate. In una nota inviata a settembre all’agenzia padre Piergiorgio Gamba, da 38 anni missionario in Malawi, scriveva: “640mila abitanti non avranno cibo a sufficienza visto lo scarso raccolto. Il 25% della popolazione vive nell’estrema povertà, il 17% degli estremamente indigenti vive nelle città e il 57% nelle campagne”. L’inchiesta giudiziaria ha finora accertato la scomparsa di più di 30 milioni di dollari. Dal settembre 2013, quando è scoppiato lo scandalo, ad oggi, almeno 70 persone sono state arrestate in relazione al cashgate.