X

FOTOGALLERY In 250 per “Coraggio sono io!” Incontro diocesano ACR 12-14

DIOCESI – Si è tenuto Sabato 15 Novembre, presso i locali della parrocchia Cristo Re, l’incontro diocesano ACR per gruppi 12-14 “Coraggio sono io!”, incentrato sull’icona biblica dell’anno (Mc 6,45-52). Il pomeriggio si è aperto nel teatro, dove i ragazzi si sono ritrovati per vivere un momento di animazione mediante ambientazioni, luci, suoni e video, mirato a favorire un’immedesimazione nella narrazione biblica. Ad aiutare la riflessione dei ragazzi ha contribuito anche l’introduzione di Don Gianluca Rosati, assistente diocesano ACR, il quale, dopo la lettura del Vangelo (Gesù cammina sulle acque Vangelo di Marco 6,45-52), ha proposto un interessante paragone con un mezzo di trasporto ben conosciuto anche dai più piccoli: la bicicletta.

Don Gian Luca Rosati: “La bicicletta è un mezzo di trasporto che ci permette di andare a una buona andatura: né troppo lenti, come quando ci muoviamo a piedi, né troppo veloci, come quando ci muoviamo in macchina o con lo scooter. La bicicletta ci permette di salutare chi incontriamo e anche di ammirare il paesaggio che ci circonda.
E poi, la bicicletta alla nostra età l’abbiamo già usata tutti, almeno una volta.

Partiamo dalla bicicletta proprio per questo motivo: è un’esperienza a noi comune, come per i discepoli era un’esperienza comune andare in barca e remare,… Pochi di noi possono dire di essere andati in barca, meno ancora sono quelli che, qui in sala, possono dire di essere stati in barca col vento contrario o nel bel mezzo di una tempesta, come quella vista nel video appena proiettato.

Pochi di noi, dunque, sono stati in barca, ma tutti siamo andati in bicicletta.
Chi va in bicicletta deve imparare a mantenere l’equilibrio e sperimenta, almeno le prime volte, una sensazione di instabilità come quella data dalle onde sul mare.
Chi va in bicicletta deve pedalare e quindi compiere un lavoro, una fatica – più o meno agevolata dalle marce. Sappiamo bene che questa fatica non è sempre uguale: c’è la pianura, la salita, la discesa; ci sono l’accelerazione e la frenata.
Chi va in bicicletta deve aver fede nella sua capacità di guidare, ma anche nell’attenzione degli altri che incontra sulla strada.
Infine, c’è un’altra esperienza che tutti abbiamo più o meno sperimentato in bicicletta: il vento contrario. Quanta fatica quando il vento è contrario e che sollievo quando possiamo sfruttare la scia di qualcuno, riparandoci dietro le sue spalle!

Pedalando da soli con il vento contrario, anche noi, come i discepoli in barca, abbiamo fatto esperienza di una fatica grande, ma quasi improduttiva, talmente improduttiva da scoraggiarci fino al punto che, se non finisce questo vento, giro e torno a casa!

Se andiamo in bicicletta di notte e la strada non è ben illuminata, alla luce del nostro piccolo faro rischiamo di vedere soltanto ombre poco definite e di non riconoscere gli amici che incontriamo. Una notte, su una strada di campagna ho incontrato un istrice che attraversava. Alla luce dei fari della macchina, da lontano, sembrava uno strano oggetto luminoso che si muoveva. Solo avvicinandomi mi sono accorto che erano i suoi aculei a riflettere la luce creando un effetto quasi spettrale.
Un po’ per la fatica, un po’ per il buio, accade ai discepoli di non riconoscere una figura che si avvicina nel vento, camminando sul mare. Lo spavento è tanto grande da farli gridare; sono convinti di vedere un fantasma.

Hanno bisogno come noi di una luce, di un segno, di una voce che li aiuti a riconoscere in quella figura il loro amico: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!» (Mc 6,50).
E Gesù, l’Amico, l’Amato, colui che ha moltiplicato i pani e calmato la tempesta, sale a bordo e il vento cessa, le paure scompaiono, il cuore è confortato.
Questo pomeriggio sarà una vera festa se incontreremo Gesù e cominceremo a fidarci di Lui e degli amici che Egli mette al nostro fianco!”

Divisi in gruppi e guidati da una “carta nautica” su cui appuntare pensieri ed emozioni, i ragazzi si sono poi confrontati in gruppi misti, con amici di età e parrocchie diverse: non solo una festa insomma, ma un’occasione preziosa di incontro ed anche di conoscenza, fondata sulla parola. L’incontro si è poi concluso tutti insieme, con la proiezione di un video-testimonianza seguito da un momento conviviale, una merenda insieme durante la quale si è potuto far festa per celebrare il compleanno dell’ACR, che il primo novembre ha compiuto i suoi 45 anni.

Quella che si è conclusa non resterà un’iniziativa isolata, ma si inserisce in un cammino di spiritualità pensato dall’Azione Cattolica diocesana per continuare a crescere nella comunione, aprendo le finestre delle nostre parrocchie per andare sempre di più incontro agli altri.

Simone Caffarini: