Di Patrizia Caiffa
Gli sbarchi di migranti non si fermano nemmeno con il maltempo, mettendo ancora più a rischio la vita di chi fugge: nelle ultime ore ne sono stati soccorsi 700, cifre che vanno ad aggiungersi ai circa 150mila stimati fino ad oggi dall’inizio del 2014, provenienti soprattutto da Eritrea, Siria e Mali. L’85,5% degli sbarchi avviene in Sicilia, seguita da Puglia e Calabria. Almeno 15mila migranti sono transitati nelle strutture delle Caritas diocesane e nel circuito della Chiesa, e di questi almeno 5mila sono ancora in accoglienza. È quanto emerge dal Rapporto sulla protezione internazionale presentato oggi a Roma, per la prima volta in maniera congiunta da Anci, Caritas italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e Servizio Centrale dello Sprar, in collaborazione con Unhcr.
51 milioni di rifugiati nel mondo. Nel corso del 2013 più di 2,5 milioni di persone nel mondo sono state costrette ad abbandonare le loro case e a cercare protezione internazionale fuori dal proprio Paese. Una cifra che dimostra il protrarsi di numerose crisi umanitarie come non si vedeva “dai tempi del genocidio ruandese nel 1994”. Nel mondo sono diventate quindi 51,2 milioni le persone costrette alla migrazione forzata (tra rifugiati, sfollati interni e richiedenti asilo). Il 53% dei rifugiati di tutto il mondo proviene da tre Paesi: Afghanistan, Siria e Somalia. Il Paese che ospita il maggior numero di rifugiati nel mondo è il Pakistan (1,6 milioni), seguito dall’Iran (857.400), dal Libano (865.500) e dalla Giordania (641.900). Nel 2013 l’Unhcr (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) ha reinsediato oltre 93mila rifugiati.
In Europa sono 1,8 milioni. Nel corso del 2013 in Europa la popolazione dei rifugiati è rimasta relativamente stabile: circa 1,8 milioni di persone. Nell’Unione europea sono state presentate 435.390 domande d’asilo, circa il 30% in più rispetto al 2012. Il maggior numero di richiedenti asilo è stato in Germania (126.995, il 29,2% del totale), seguita dalla Francia (66.265, il 15,2%), dalla Svezia (54.365, 12,5%), il Regno Unito (30.110, 6,9%) e dall’Italia (26.620, 6,1%). Siriani e russi hanno rappresentato il 21,1% di tutti i richiedenti asilo in Europa. Rispetto all’anno passato la crescita maggiore si è registrata per i cittadini provenienti dall’Eritrea (da 6.400 a 14.580 domande), seguiti dai siriani che hanno raddoppiato le loro richieste di protezione internazionale (da 24.115 a più di 50mila) a causa del conflitto in corso.
In Italia 64mila arrivi in 6 mesi. Nei primi 6 mesi del 2014 sono stati registrati in Italia 400 sbarchi, per un totale di 64.456 migranti. Nello stesso periodo sono state presentate 25.401 domande di protezione internazionale: il 70% dall’Africa, il 93% sono maschi. L’anno prima erano stati 7.916, anche se durante tutto il 2013 sono risultati in totale 43mila. Quest’anno arrivano soprattutto eritrei (il 30%), siriani (il 26,3%) e maliani. Negli ultimi mesi però gli arrivi sono continuati, superando ad oggi le 150mila unità, secondo i curatori del Rapporto. Si stima che a fine 2014 saranno circa 170mila.
Gli scontri di Tor Sapienza. Riguardo all’episodio di Tor Sapienza a Roma “non parlerei di manifestazioni di razzismo ma di stanchezza nata dall’accumulo di situazioni di malessere che vanno avanti da anni: disagio, degrado delle periferie, assenza di lavoro, politiche della casa e del territorio, hanno creato un mix esplosivo che può essere compreso”. Lo ha detto Domenico Manzione, sottosegretario al Ministero dell’interno, durante la presentazione del Rapporto. “Quest’estate ci siamo dotati di un piano strutturale di accoglienza per riportare un equilibrio, perché c’è uno squilibrio di distribuzione territoriale, visto che solo la Sicilia accoglie il 35% delle persone sbarcate”. A proposito dei 30 euro al giorno destinati all’accoglienza di ogni migrante, ha ricordato che “quei soldi non vanno alla singola persona ma ai centri che gestiscono i servizi, per cui danno lavoro agli italiani”. Sugli scontri si è espresso anche Laurent Jolles, rappresentante Unhcr per il Sud Europa: “Hanno usato i rifugiati come capro espiatorio ma non sono loro il vero problema. Perciò è importante una accoglienza che diventi integrazione e dialogo”. A suo avviso è anche fondamentale “togliere l’opportunità ai gruppi estremisti di cavalcare la rabbia dei cittadini”.
L’ingente sforzo della Chiesa. “Un sistema organico per l’accoglienza sempre più efficiente, con centri di dimensioni ridotte e sinergie a livello europeo”. È quanto ha chiesto don Francesco Soddu, direttore della Caritas italiana. Con 15mila richiedenti asilo transitati quest’anno nei centri Caritas delle diocesi italiane “la Chiesa sta facendo la sua parte – ha puntualizzato – con il più ingente sforzo di accoglienza mai fatto finora, per restituire dignità e futuro a queste persone”. Monsignor Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes, ha invece ricordato la necessità di tener conto, nell’ambito del diritto d’asilo, del diritto alla libertà religiosa per i cristiani perseguitati in Nigeria e in Somalia.