“Quando la conversione arriva alle tasche, è sicura”.
Lo ha affermato il Papa, che nell’omelia della Messa celebrata ieri a Santa Marta ha lanciato un triplice monito a non diventare cristiani tiepidi, comodi o dell’apparenza e ha sottolineato che i cristiani devono sempre rispondere alla chiamata di Gesù alla conversione, altrimenti da peccatori diventano corrotti.
Il Papa ha invitato ciascuno a chiedersi: “Io sono di questi cristiani delle apparenze? Sono vivo dentro, ho una vita spirituale? Sento lo Spirito Santo, ascolto lo Spirito Santo, vado avanti, o…? Ma, se tutto appare bene, non ho niente da rimproverarmi: ho una buona famiglia, la gente non sparla di me, ho tutto il necessario, sono sposato in chiesa … sono ‘in grazia di Dio’, sono tranquillo”. “I cristiani di apparenza sono morti!”, ha esclamato Francesco, esortando a “convertirsi: dalle apparenze alla realtà, dal tepore al fervore”. Parlando della conversione di Zaccheo, il Papa ha ricordato che “era uno come tanti dirigenti che noi conosciamo: corrotti. Questi che, invece di servire il popolo, sfruttano il popolo per servire se stessi. Alcuni ci sono, nel mondo. E la gente non lo voleva. Questo, sì, non era tiepido; non era morto. Era in stato di putrefazione. Corrotto, proprio”.
“Pensate a un dirigente che sia importante, e anche che sia un corrotto, un capo dei dirigenti – ha proseguito il Papa – ma, salire su un albero per guardare una processione: che ridicolo!”. Zaccheo, invece, “non ha avuto vergogna”: si converte e promette di restituire quattro volte quanto rubato: “Quando la conversione arriva alle tasche, è sicura”, ha commentato il Papa: “Cristiani di cuore? Sì, tutti. Cristiani di anima? Tutti. Ma, cristiani di tasche, pochi”. Di fronte alla conversione di Zaccheo, che “è arrivata subito”, “l’altra parola, di quelli che non volevano la conversione, che non volevano convertirsi: ‘Vedendo ciò, mormoravano: ‘È entrato in casa di un peccatore!’: si è sporcato, ha perso la purezza. Deve purificarsi perché è entrato in casa di un peccatore’”. Sono “tre chiamate alla conversione”, ha ribadito il Papa, che lo stesso Gesù fa “ai tiepidi, a quelli della comodità, a quelli dell’apparenza, a quelli che si credono ricchi ma sono poveri, non hanno niente, sono morti”. La Parola di Dio, ha detto il Papa, “è capace di cambiare tutto”, ma “non sempre abbiamo il coraggio di credere nella Parola di Dio, di ricevere quella Parola che ci guarisce dentro”. La Chiesa, ha concluso, vuole che in queste ultime settimane dell’Anno liturgico “pensiamo molto, molto seriamente alla nostra conversione, perché possiamo andare avanti nel cammino della nostra vita cristiana”.