“La santità – ha ricordato Francesco – non è qualcosa che ci procuriamo noi, che otteniamo con le nostre qualità e le nostre capacità. La santità è un dono, è il dono che ci fa il Signore Gesù, quando ci prende con sé e ci riveste di se stesso, ci rende come lui”. “La santità è il volto più bello della Chiesa”, ha esclamato il Papa.
In questa prospettiva, “la santità non è una prerogativa soltanto di alcuni: la santità è un dono che viene offerto a tutti, nessuno escluso, per cui costituisce il carattere distintivo di ogni cristiano”.
“Per essere santi, non bisogna per forza essere vescovi, preti o religiosi.
Tutti siamo chiamati a diventare santi!”.
“Tante volte – ha fatto notare – siamo tentati di pensare che la santità sia riservata soltanto a coloro che hanno la possibilità di staccarsi dalle faccende ordinarie, per dedicarsi esclusivamente alla preghiera. Ma non è così!”. “Qualcuno pensa che la santità è chiudere gli occhi e fare la faccia da immaginetta: ma la santità non è quello, è qualcosa di più grande, di più profondo”. “È proprio vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno che siamo chiamati a diventare santi. E ciascuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui si trova”.
“A questo punto, ciascuno di noi può fare un po’ di esame di coscienza: come abbiamo risposto finora alla chiamata del Signore alla santità?”.
È la richiesta del Papa, pronunciata quasi interamente a braccio: “Quando il Signore ci invita a diventare santi, non ci chiama a qualcosa di pesante, di triste… Tutt’altro! È l’invito a condividere la sua gioia, a vivere e a offrire con gioia ogni momento della nostra vita, facendolo diventare allo stesso tempo un dono d’amore per le persone che ci stanno accanto. Se comprendiamo questo, tutto cambia e acquista un significato nuovo, bello, a cominciare dalle piccole cose di ogni giorno”. Poi il Papa ha descritto interamentequelli che ha definito i “piccoli passi verso la santità”. “Una signora va a fare la spesa al mercato, incontra un’altra signora e poi vengono le chiacchiere, e allora lei dice: ‘Io non sparlerò su nessuno!’. Questo è un passo verso la santità.
Un figlio parla di cose fantasiose, e un padre dice ‘sono tanto stanco’. Accomodati e ascolta tuo figlio con pazienza, che ne ha bisogno: questo è un passo verso la santità”.
“Sempre, in ogni posto si può diventare santo!”.
“Sei consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione e il tuo ministero”, ha detto. “Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un battezzato non sposato? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro e offrendo del tempo al servizio dei fratelli”. “Ma padre – l’obiezione ipotetica, sempre fuori testo – io lavoro in una fabbrica, io lavoro da ragioniere, sempre con i numeri, lì non si può essere santo.
Sì che si può! Lì dove tu lavori tu puoi diventare santo! Sempre, in ogni posto, si può diventare santo!”. “Sei genitore o nonno?”, ha proseguito Francesco: “Ci vuole tanta pazienza per essere buoni genitori, per essere un buon nonno, una buona nonna, ed esercitando la pazienza viene la santità”, ha commentato a braccio. “Ogni stato di vita porta alla santità”, ha assicurato il Papa: “sulla strada nel lavoro, in Chiesa, in quel momento è stata aperta la strada della santità”. “Non scoraggiatevi, andate su questa strada!”, l’invito di Francesco, sempre a braccio.
“Poi finisce la giornata – ha proseguito il Papa sempre fuori testo – siamo tutti stanchi, e facciamo una preghiera: questo è un passo verso la santità. Poi andiamo a Messa, facciamo la Comunione e magari anche una bella Confessione: questo è un passo verso la santità. Poi pensiamo alla Madonna, prendiamo il Rosario e lo preghiamo: questo è un passo verso la santità. Poi andiamo per strada, incontriamo u povero, un bisognoso, gli diamo qualcosa: questo è un passo verso la santità”. “Sono tutti piccoli passi verso la santità”, ha concluso il Papa, esortando ad accogliere “con gioia” l’invito alla santità: “Sosteniamoci gli uni gli altri, perché il cammino verso la santità non si percorre da soli, ognuno per conto proprio, ma si percorre insieme, in quell’unico corpo che è la Chiesa, amata e resa santa dal Signore Gesù”.