DIOCESI – Nel teatro della parrocchia di San Filippo Neri si è svolto l’incontro diocesano a introduzione della seconda tappa del cammino diocesano per questo anno pastorale.
A introdurre l’incontro il Vescovo Carlo che ha ripercorso le domande, impegnative, che le comunità parrocchiali, le singole persone, le famiglie, la chiesa diocesana si è posta nella prima tappa, seguendo la 1^ lettera ai Corinti di S. Paolo, come indicato dalla sua lettera pastorale di inizio anno.
Domande che partono dal chiedersi cosa Dio dice alla Chiesa oggi, perché altrimenti la Parola rimane sterile, se non apre alla vita nuova. E nella lettera ai Corinti Paolo parla a persone che si dicono cristiane, ma la mentalità del mondo entrava dentro le comunità allontanando dalla parola di Dio con una visione della vita diversa, non mancavano poi nelle comunità divisioni, e tutto ciò parla a noi oggi e ci interroga, perché ha ricordato il vescovo “La Parola di Dio è efficace se entra nel concreto della vita.”
E la lettera paolina è “bella perché molto concreta, parla della vita reale” ha detto don Andrea Andreozzi che ha presentato i capitoli guida di questa seconda tappa (5-11) e dato molti spunti di riflessione. La lettera è attuale, del resto parla del corpo, qualcosa di molto concreto, e Paolo ne parla nelle diverse problematiche, legate anche all’esperienza della città di Corinto. Don Andrea ha esordito, generando il sorriso fra i presenti, ricordando che quel “siete stati comprati a caro prezzo” avvantaggia i più in carne, essendo più pesanti, di maggior valore perciò. Un approccio anche per presentare come la visione del corpo, presentata da Paolo, fosse davvero innovativa: l’incontro con Cristo, in un ambiente dove i costumi erano piuttosto spregiudicati e il corpo era esaltato come nei Giochi Istimici.
Elementi molto concreti s’incontrano in queste pagine: il discorso sui tribunali, sul mangiare, la distinzione tra uomo e donna, il problema dell’ordine dell’assemblea in rapporto alla differenza sociale da superare. Temi che mostrano come la mentalità del mondo, come la chiama Paolo, sia ancora molto presente e distorca l’accoglienza dei valori dell’annuncio della nuova vita in Cristo. Tema trasversale sottolineato infine dal vescovo Carlo, è quello della libertà nella carità, domandandoci come coniugarla nella nostra realtà quotidiana, della comunità. Temi quindi che interpellano le nostre parrocchie, la nostra chiesa, sui quali riflettere familiarizzando con la Parola perché ci sia una vera conversione pastorale come sollecitata da papa Francesco, in questa seconda tappa che ci porterà fino a febbraio.
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