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“Comunicare il Vangelo nella realtà digitale”

“Essere nel mondo digitale non è un‘opzione, ma una realtà, ed è il contesto della missione della Chiesa. La Chiesa come segno e presenza dell’unità del genere umano deve essere lì dov’è la gente e dove è presente una vera e propria sete di spazi digitali, attraverso una presenza trasversale nelle piattaforme dei social media, in funzione di espressioni autentiche del messaggio evangelico”. A seguito dell’incontro annuale del Comitato congiunto Kek-Ccee, svoltosi dal 17 al 19 novembre a Hannover su invito della Chiesa protestante in Germania, i rappresentanti delle confessioni cristiane in Europa hanno diffuso oggi un messaggio, molto ampio, che affronta diversi aspetti della presenza religiosa. Riuniti per discutere il tema “La comunicazione del Vangelo nell’Europa di oggi”, Kek e Ccee hanno trattato tre principali sotto-temi: la comunicazione nell’Europa di oggi; la comunicazione cristiana e il “marketing” della fede cristiana oggi; comunicazione e costruzione della comunione. Nel messaggio si legge ancora: “Gesù Cristo, il Verbo di Dio, è l‘esempio di tutta la nostra comunicazione, anche quando ci addentriamo in un terreno sconosciuto e inesplorato. Egli è il nostro salvatore e la nostra guida, e ci ricorda che gli esseri umani sono molto di più della somma delle nostre impronte digitali”.

Il documento Kek-Ccee prosegue: “Abbiamo visto la ricchezza dell’esperienza delle Chiese e la profondità del nostro discernimento. Sforziamoci di coltivare il dialogo e la vita di comunità in tutti i nostri sforzi per capire come comunicare e vivere meglio la fede cristiana”. L‘evoluzione delle tecnologie, in particolare “pone delle sfide alla Chiesa e alla sua testimonianza nel mondo. Molti sono preoccupati per l‘uso improprio e banale delle tecnologie digitali e di Internet. Ci sono serie sfide antropologiche, spirituali, teologiche ed etiche che devono essere affrontate dalla Chiesa perché l’umanità possa rifiorire”. Non da ultimo, “l’educazione all‘uso generatore di vita e liberatorio di queste tecnologie costituisce una priorità per la Chiesa. Si tratta di un’enorme opportunità di creare e alimentare la comunità ed essere testimoni della vita in Cristo”.

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