Gerusalemme, ha spiegato Francesco, “era tranquilla con quello che aveva, non voleva problemi.
Aveva paura di essere visitata dal Signore. Era sicura nelle cose che lei poteva gestire. Noi siamo sicuri nelle cose che noi possiamo gestire… Ma la visita del Signore, le sue sorprese, noi non possiamo gestirle”. E di questo aveva paura Gerusalemme: “Di essere salvata per la strada delle sorprese del Signore. E così Gesù piange. Quando il Signore visita il suo popolo, ci porta la gioia, ci porta la conversione. E tutti noi abbiamo paura della gioia che porta il Signore, perché non possiamo controllarla. Abbiamo paura della conversione, perché convertirsi significa lasciare che il Signore ci conduca”.
“Oggi noi cristiani, che conosciamo la fede, il catechismo, che andiamo a Messa tutte le domeniche, noi pastori siamo contenti di noi, perché abbiamo tutto sistemato e non abbiamo bisogno di nuove visite del Signore”, ha denunciato il Papa: “E il Signore continua a bussare alla porta, di ognuno di noi e della sua Chiesa. La porta del cuore nostro non si apre: il Signore piange, anche oggi”.