La conseguenza pratica più evidente per gli immigrati beneficiari del decreto riguarderà la sicurezza di evitare la cosiddetta “deportation”, il rimpatrio forzato nei Paesi di origine, spesso causa della separazione delle famiglie, soprattutto dei genitori dai figli. “Un’amnistia di massa non sarebbe giusta – ha spiegato Obama – ma anche una ‘deportazione’ di massa sarebbe impossibile e contraria al nostro spirito”. “Bisogna uscire dall’ipocrisia – ha aggiunto – perché l’amnistia è quella che abbiamo oggi, dove milioni di persone che vivono qui non pagano tasse e non rispettano le regole”. Ovviamente, al decreto si accompagnerà contestualmente il rafforzamento dei controlli alle frontiere, per impedire ulteriori ingressi clandestini negli Stati Uniti.
Un tentativo, dunque, quello di Obama, di affrontare con solidarietà e civiltà, ma anche buon senso, un problema reale e indifferibile, che gli ha già fatto incassare il “Gracias, Presidente” della comunità ispanica. Anche la Conferenza episcopale degli Usa ha ben accolto l’iniziativa di Obama, per bocca di monsignor Eusebio Elizondo, vescovo responsabile della commissione Migranti: “Come pastori, accogliamo positivamente ogni sforzo che protegga gli individui e protegga e riunisca le famiglie e i bambini più deboli”. Non potrebbe essere un buon esempio anche per altri Paesi?