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Gesù “ce l’ha con i soldi, ce l’ha con il denaro”, ha detto Papa Francesco, “perché la redenzione è gratuita”. E ancora: “Ci sono due cose che il popolo di Dio non può perdonare: un prete attaccato ai soldi e un prete che maltratta la gente. Non ce la fa a perdonare! E lo scandalo, quando il Tempio, la Casa di Dio, diventa una casa di affari”. Le parole di Papa Francesco pronunciate ieri durante l’omelia della Messa a Santa Marta non lasciano dubbi. Come non possono essere interpretate diversamente quelle del cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, che ha immediatamente ribadito, sull’onda del Papa: “Non ci può essere un commercio tra le cose sacre, nessun tipo di compenso materiale”.
Verrebbe da dire: sacerdote avvisato mezzo salvato. O meglio ancora, “sacerdoti, laici e segretari”, come ha sottolineato il Papa, avvisati e mezzo salvati. O ancor più: parrocchia avvisata mezzo salvata.
Dunque nessuna parrocchia in Italia, come in qualunque angolo del mondo, può esporre listini dei prezzi dei sacramenti, delle benedizioni o intenzioni per la Messa. Il richiamo del Papa e la pronta reazione del cardinale Bagnasco, non lasciano ombre e dubbi. Se a qualcuno capiterà, da oggi in poi, di imbattersi in un cartello del genere sa cosa fare. Lo ha detto il Papa: “Se io vedo che nella mia parrocchia si fa questo, devo avere il coraggio di dirlo in faccia al parroco”.
Questione chiusa? Speriamo che lo sia una volta per tutte. Guai a scandalizzare il popolo!

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