Trovarsi a combattere contro un “ospite inatteso”, affrontare la malattia con dignità, decidere di raccontare la propria esperienza passo a passo e poi metterla al servizio degli altri. È la storia di Beatrice Niciarelli, di mestiere copywriter, che un mese prima di compiere 31 anni scopre di essere malata di cancro. Da quel giorno la sua vita cambia inevitabilmente, ma in poco tempo lo sconforto iniziale lascia spazio alla voglia di vivere e di affrontare la malattia senza subirla. “La prima cosa che ho fatto quando le analisi hanno confermato la presenza del tumore – racconta al Sir – è piangere tanto. La paura di vedersi scivolare via il mondo mi ha tenuta in scacco per un’intera giornata. Però ho anche capito che questa non era vita, che avere un cancro al quarto stadio non poteva impedirmi di fare quello che avevo sempre fatto”.
Un passo importante. La passione per la scrittura suggerisce l’idea di aprire un blog (ospiteinatteso.wordpress.com) per parlare della sua esperienza. In questo spazio racconta le sue sensazioni, le trasformazioni del suo corpo, confessa le mille paure ribadendo con forza la voglia di vita. “Il blog è stato un passo importante. Ci ho pensato molto prima di aprirlo e ne ho parlato anche con i miei medici. Mi hanno consigliato di scrivere, di aprirmi, di tenere questo diario per poter raccontare, giorno dopo giorno, cosa stavo vivendo. E mi ha aiutato moltissimo. Mi ha permesso di conoscere alcune persone meravigliose, ragazzi malati di cancro come me ma anche ricercatori e medici con cui mi tengo in contatto ogni giorno”.
“Qualcosa di mai visto”. Nella sofferenza Beatrice Niciarelli comprende appieno l’importanza di essere accompagnati in questo delicato momento della vita e decide di creare un sito/community dove le persone possano raccontare la propria esperienza e confrontarsi con chi l’ha vissuta prima di loro. Nasce così “La vita è ora”, progetto accompagnato da una raccolta fondi per coprire le spese di creazione e manutenzione del sito, che viene completato nei tempi previsti. “Il sito sarà qualcosa di mai visto prima in Italia, uno spazio interamente dedicato al cancro e ai suoi malati, ma con un’ottica diversa: saranno presenti tutte le informazioni necessarie per chi scopre di avere questa malattia, ma sarà soprattutto un posto dove sperare davvero, dove condividere la propria storia, parlare con medici ed esperti e farsi guidare da professionisti in grado di tirare fuori la forza che ognuno di noi ha”. Non solo: “Sarà anche un contenitore di risorse gratuite e avrà un canale dove trovare consigli utili per l’alimentazione. Tutto, ovviamente, con la supervisione di medici oncologi. Insomma, sarà davvero qualcosa di grande e non vedo l’ora di portarlo a termine”. La notizia del buon esito della raccolta raggiunge Beatrice a ottobre, mentre si trova in ospedale, dopo un intervento per l’asportazione delle metastasi. Un intervento delicato, con un post-operatorio particolarmente difficile. Ma andato a buon fine.
Le medicine più efficaci. Il percorso di Beatrice non è ancora finito: mancano un paio di mesi di chemioterapia, ma – confida – si intravede la luce in fondo al tunnel. “Dopo 25 giorni le mie condizioni hanno convinto i medici a rimandarmi a casa. È stato come prendere le medicine migliori in una botta sola: l’aria di casa, i miei cani, il mio letto, tutto mi ha aiutata a sentirmi meglio. Sono migliorata moltissimo, tanto da uscire di casa per la prima volta anticipando le previsioni dei dottori. Mi sono portata dietro una ferita con 40 punti di sutura, due ferite da 30 punti ciascuna all’interno del mio corpo e la consapevolezza di non aver ancora finito. Ma sono viva. Non permetterò al cancro di impedirmi di vivere la mia vita. Certo, ci sono giorni in cui fa più male del solito, ma poi passa e torno in piedi, determinata come non mai”.
Non c’è niente di scontato. È difficile riuscire a immedesimarsi in un malato di cancro e immaginare come si viva un’esperienza così intensa e difficile. Di sicuro, è una prova che lascia il segno: “La vita la diamo tutti per scontata. Anche io, prima di ammalarmi. Davo per scontato un sorriso, un complimento, uno sguardo. Davo per scontato i baci dei miei nipoti, gli abbracci dei miei familiari, l’amore del mio compagno. Mi sbagliavo. Ma l’ho capito solo ora. Quando tutto questo è finito, quando non ero più libera di prendere in braccio mio nipote, allora ho capito. Stavo sbagliando tutto, stavo sottovalutando la mia vita e non avevo capito quanto ogni giorno fosse un dono prezioso per me”. E lancia infine un messaggio “universale”: “Ora lo so e vivo in modo diverso tante cose che possono sembrare scontate, ma che in realtà nessuno di noi guarda come dovrebbe guardare”.
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