Proprio nel giorno in cui un nuovo attentato ha sparso altro sangue in Nigeria, precisamente nella città settentrionale di Yola, dove una bomba a una stazione di autobus ha ucciso 40 persone, emergono dati allarmanti sui metodi di travisamento dei terroristi di Boko Haram.
“Qualche mese fa a Kano (nel nord del Paese) la polizia ha scoperto dei sarti che stavano cucendo delle tuniche da suora destinati ad attentatori che dovevano mescolarsi tra la folla di fedeli per farsi saltare in aria”, rivela all’agenzia vaticana Fides padre Patrick Tor Alumuku, direttore delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Abuja, la capitale federale della Nigeria.
Da quanto trapela, del resto, “nell’ultimo mese 4 o 5 attentati” in Nigeria sarebbero stati commessi da donne suicide. Lo scorso 25 novembre, due donne kamikaze hanno provocato circa 70 morti in un mercato della città di Maiduguri.
“L’allarme per il crescente ricorso ad attentatrici suicide è dimostrato dal fatto che la polizia nigeriana ha consigliato di abbreviare i tempi di esposizione del Santissimo Sacramento nelle chiese di Abuja domenica 23 novembre, festa di Cristo Re, e di ridurre la processione”, spiega padre Patrick. Lo steso sacerdote rivela inoltre che “la polizia ci ha consigliato di allontanare le donne sconosciute che sembrano incinta perché le attentatrici nascondono le bombe sotto false pance”.