Don Gianluca parte dall’immagine di Maria detta “Odighitria”, cioè “colei che ci mostra la strada”: la madre indica il figlio, via verità e vita, e allo stesso tempo il figlio indica la madre, capolavoro della creazione.
Don Gianluca prosegue illustrando le caratteristiche della “Eleusa”, ovvero “Madre di Dio della tenerezza”. A un primo sguardo potremmo pensare che si tratti della tenerezza fra una madre e il suo bambino, ma a una lettura più attenta possiamo notare come lo sguardo della Madonna sia triste. In realtà ella sta provando tenerezza per l’umanità peccatrice verso la quale volge gli occhi.
Infine il sacerdote volge la sua attenzione al modello della “Madre di Dio del Segno”, che nella sua tipologia deriva probabilmente da un’immagine femminile pagana legata ai misteri eleusini. Questa donna cerca il divino attraversi un’estasi, che la porterà in fuga fuori dal suo mondo. Al contrario, Maria, rivolta verso Dio, genera Gesù.
Passando alla tradizione occidentale, don Gianluca si sofferma sulla scena dell’annunciazione nel suo legame con l’eucaristia, analizzando, fra le altre, quella dipinta nella Cappella degli Scrovegni a Padova.
Il sacerdote propone poi una riflessione sul tema dell’addolorata attraverso il dipinto di Piero della Francesca per il cimitero di Monterchi e quello di Rogier van der Weyden, custodito oggi nel Museo del Prado.
La lettura teologica delle immagini mariane termina con una meditazione su Maria sempre vergine.