Arrivati agli sgoccioli dell’anno, se qualcuno si chiedesse quali sono state le maggiori preoccupazioni degli italiani in questo 2014, la classifica evidenziata da un noto motore di ricerca sulle parole più cercate in rete non lascia dubbi: oroscopo, previsioni meteo e superenalotto. Solito fatalismo all’italiana che spera nello “stellone” oppure sintomo di innocenti evasioni dalla triste quotidianità? Il podio va alla paura del futuro, simboleggiata dall’oroscopo, a dimostrazione che l’arte del presagio resta uno dei nostri sport preferiti.
Nel Paese dove i Rom sono il capro espiatorio per eccellenza, una delle canzoni più famose e canticchiate continua a recitare “prendi questa mano zingara, dimmi pure che futuro avrò”. Eppure, già in quel del 1832, il neoriscoperto Leopardi aveva immaginato il dialogo tra un venditore d’almanacchi e un ‘passeggere’. Al venditore di calendari che gli offre la sua merce, il passante chiede se egli preveda un nuovo anno più lieto di quello passato. Alla risposta affermativa incalza una nuova domanda: “A quale degli anni che avete vissuti vorreste che somigliasse questo nuovo?”. E il venditore deve ammettere che non rivivrebbe nulla. Sempre scontenti del tempo trascorso, immaginiamo e speriamo un domani migliore, nuovo di zecca, che non somigli a quanto abbiamo passato. Per questo vorremmo conoscere il futuro, tanto sconosciuto quanto bramato, per cullarci nell’illusione che la felicità tanto attesa finalmente arriverà. O, quantomeno, che qualcuno ci dia un paio di dritte su come scansare i guai peggiori.
Al secondo gradino della classifica non stupisce che la meteorologia sia divenuta oggetto di febbrile consultazione. Tra tempeste, allagamenti, monsoni fuori latitudine e caldo fuori stagione va da sé che le stagioni non son più quelle di una volta e si sono moltiplicati i siti che si occupano del tempo più o meno reale con studio quasi scaramantico. A fianco di fonti di comprovata serietà, galleggiano improvvisati esperti dotati di un barometro e di una connessione internet che moltiplicano l’offerta previsionale lanciando allarmi a corredo di cartine colorate. Anche le parole per definire le avverse condizioni sono mutate, adeguandosi al modello corrente di interpretazione degli eventi naturali: si acuisce il senso di ineluttabilità che circonda il maltempo e si agevola in parallelo lo scarico di responsabilità. Per esempio, i fiumi: una volta straripavano, adesso esondano. Dov’è la differenza? Se il corso d’acqua straripa o rompe gli argini si presuppone che vi siano rive o argini da sorvegliare, da rinforzare, cui usare una manutenzione che, in tutta evidenza, è carente. Il termine esondare invece racchiude in sé l’idea dell’onda anomala, dello tsunami dirompente che tutto travolge senza possibilità di prevenzione alcuna. E le bombe d’acqua? Prima c’erano i rovesci violenti e già facevano paura, poi sono arrivati i nubifragi e si metteva mano alla costruzione dell’arca, adesso ecco le nuvole pronte a esplodere sganciando litri e litri d’acqua in pochissimo tempo. Chi può trovare riparo da un attacco aereo così ben congegnato? Fatto sta ed è che, con qualunque nome lo si voglia chiamare, il risultato in termini di devastazione, danni e vittime è esattamente lo stesso. Però se cade una bomba non è di sicuro colpa della speculazione edilizia o dell’incuria, nevvero?
Infine, al terzo posto, la ricerca online premia il Superenalotto che, a sua volta, precede gli immancabili giochi e tarocchi. Calcolato che al quarto e quinto posto si trovano come keyword “mutuo” e “scadenza Imu”, fare paralleli è tanto immediato quanto imbarazzante. Strangolati dalle tasse e stretti nella morsa creditizia, gli italiani sperano nella botta di fortuna che risollevi sorti e portafogli, così le principali fonti di timore vanno a braccetto con l’unica soluzione possibile: vincere alla lotteria. Anche perché non si può non notare che il fanalino di coda di questa particolarissima classifica è il termine “pensioni”. Ciò ha una sua logica: chi l’ha raggiunta non la deve cercare, chi sa che non l’avrà mai chiaramente preferisce affidarsi alla sorte…